La settimana politica.
«GUIDO VORREI CHE TU LAPO ED IO...» : Sogno del grande centro!

di NINO LANZETTA

In Irpinia si vive di politica. Pane e politica. Perciò il suo esercizio non si ferma mai, nemmeno d’agosto. Per di più essa si tinge di personalismo, eccessivo e invadente, e di amicizia, dichiarata e pretesa, che ne fanno una caratteristica particolare.

 Il tasto dell’amicizia ha fatto da sottofondo alle polemiche d’agosto e costituisce, in gran parte, il collante comune invocato per la nascita del grande centro.

"Guido vorrei che tu Lapo ed io ..." sembrano rieccheggiare i versi di Dante sulla nostalgia e sull’amicizia con gli altri poeti del dolce stil novo: Guido Cavalcanti e Lapo Gianni. Sarebbe bello ritrovarsi sotto lo stesso tetto, di nuovo tutti insieme Mancino, Gargani, Zecchino, Bianco, Rotondi, magari sotto la regia dell’inossidabile De Mita!

Il tempo tornerebbe al passato e la pacchia continuerebbe! Ma è solo un sogno di mezza estate! Quale centro? E con chi? Con Berlusconi? Ce lo vedete voi De Mita alla corte di Berlusconi? in politica tutto è possibile ma " est modus in rebus", vi è una misura per tutte le cose!

Proprio perchè l’amicizia ( con annessi e connessi) in Irpinia gioca un ruolo decisivo, le polemiche - soprattutto queste ultime - non ne prescindono mai. Perciò le invettive di De Mita contro Mancino, Valiante, Montemarano e prima ancora Bianco, Gargani e i malcapitati che non lo segiivano in tutto ( soprattutto l’uscita dal PD per la mancata candidatura)  hanno assunto il tono di una rancorosa puntualizzazione di un presunto torto subito.

Il richiamo degli affetti ha costituito il sottofondo dell’intervista di Peppino Gargani al Corriere fi Gianni Festa della settimana scorsa, peraltro molto criticata dalla sua stessa parte politica con in testa il consigliere regionale D’Ercole.

La costituzione del Centro restail sogno di tutti quei politici, ex democristiani, delusi dallo sbocco che ha assunto la politica per effetto del ciclone Berlusconi che ha scombussolato i paradigmi, gli schemi, le analisi ed i parametri classici della politica tradizionale e la stessa scienza politica. Ma c’è di più! La costituzione del centro viene inseguito anche come possibilità concreta di  mantenere quanto più potere possibile anche quando si è costretti ad arretrare. Ed ancge di preservare il metodo clientelare che funziana benissimo allo scopo, specialmente in una provincia depressa nella quale l’emigrazione è l’unica alternativa ad un lavoro che non viene conquistato se non esclusivamente per meriti "politici". L’amicizia e la ritorsione  ( o la vendetta) sono le due faccia della medesima medaglia e il frutto di una concezione personale del potere che avvelena ed inquina.

La Provincia è caduta e la De Simone insultata, il capoluogo è in bilico e i consiglieri allertati, blanditi o avvertiti, all’Altocalore è in corso la lotta ai lunghi coltelli, e ci si prepara l’assalto finale alla Regione. La destra affila le armi e, complice il governo nazionale, prepara la sostituzione. De Mita, per ora , resiste. Se dovesse cambiare tattica la crisi si materializzerebbe in un istante e il patatrac sarebbe inevitabile e fragoroso:. tutta la Camppania potrebbe passare alla destra! De Mita ha in mano un deterrente che usa per modificare a sua favore gli equilibri provinciali e per avere quel riconoscimento politico di forza autonoma.

Per il resto la costruzione del centro è un disegno dai tempi lunghi e dagli esiti incerti. L’UDC è indecisoo e, al suo interno, le divisioni sono profonte. L’on Pionati non condivide il de mita pensiero  e sta dalla parte di Berlusconi e viaggia sullìequivoco. De Mita, prima o poi, dovrà dire con chi sta senza aspettare le calende greche della cotruzione del centro e, nelle prossime elezioni europee o locali, dovrà pur oprendere una posizione: con la destra o con la sinistra! Infine sul centro, ognuno parla la sua lingua, diversa dalle altre. Bianco non diventerà mai filo berlusconiano. Per lui Gargani sta nella parte sbagliata, il PdL è un partito di destra e il berlusconismo è l’antitesi della politica.Gargani, invece, crede di trovarsi già al centro e con Berlusconi si trova bene. Zecchino, pur con i soliti dubbi amletici, spera di accodarsi, se gli offrono le dovute garanzie. Mastella, che è ricomparso sulla scena provinciale, come se nulla fosse successo, pur di tornarre ai vertici nazionali darebbe l’anima al diavolo: starebbe con chiunque! De Mita, che oltre ad essere il politico più raffinato , è un furbo di tre cotte, continua a mantenere l’enigma e la suspence. L’autunno si prepara carico di nubi e di incertezze! Avremo di che scrivere!

NINO LANZETTA



Mercoledì, 03 settembre 2008