La settimana politica. 25.4.08
De Mita: la fine di un mito.

di NINO LANZETTA

Com’era facilmente prevedibile, e come, infatti, avevamo previsto, De Mita non ce l’ha fatta a diventare senatore, e il numero di voti che è riuscito a sottrarre al PD, tutto sommato, non è stato tanto rilevante. In più il suo progetto politico è stato sconfitto: il grande centro, autonomo dai due partiti contenitori, il PD e il PDL, è rinviato ad un futuro non certo prossimo.
Dopo queste elezioni il bipolarismo esce rafforzato, anzi si avvia ad un bipartitismo anche se anomalo; e la vittoria di Berlusconi non lascia molte speranze per una riforma elettorale in senso proporzionale. Vince l’antipolitica e la protesta: altra sconfitta per De Mita, che ha sempre teorizzato la professionalità della politica. Sono premiate le Leghe di Bossi e di Lombardo e, il partito di Di Pietro.
De Mita esce sconfitto su tutta la linea: non ne ha indovinata una! Poteva risparmiarsi questa brutta figura! E soprattutto, poteva risparmiarla a coloro che generosamente hanno risposto al suo appello. Invece continua ad esprimere giudizi sferzanti nei riguardi di chi osa criticarlo, senza risparmiare neanche Gerardo Bianco, che quel progetto ha accarezzato con coerenza e da lungo tempo.
Si dice che, con il trionfo del berlusconismo e del leghismo, anche la seconda repubblica sia giunta al capolinea, anche se non s’intravedono ancora i lineamenti della terza. Di fatto, però, De Mita continua a vivere nella prima!
Altra lezione di queste ultime elezioni è che la gestione del potere non sempre paga. In Campania, pur senza gestire il potere, il PDL ha superato il 50% dei voti, confermandosi, di gran lunga il primo partito. Cosa farà, ora, De Mita? Riuscirà a resistere nell’UDC in coabitazione con Pionati o farà il suo partito personale in Irpinia? Alla Provincia e al Comune capoluogo, i demitiani hanno già costituito un loro gruppo! Starà con il PD e contro Pionati o con Pionati e contro il PD? Una cosa è certa la strada Pionati e quella De Mita non marciano in parallelo.
Se il Partito Democratico, alla luce delle indicazioni emerse dopo, manterrà la vecchia strategia della gestione del potere fondata sull’assistenza e sulla spesa pubblica, nella speranza di mantenere, il più a lungo possibile, il controllo del territorio, ci sarà ancora spazio per il vecchio De Mita che, pur arretrando a livello provinciale, manterrà una fetta di potere ancora per un certo periodo. Se invece, sulla scia di quanto succederà certamente in campo nazionale, volterà pagina e si sforzerà di interpretare e di rappresentare gli interessi del ceto produttivo, dei giovani e di coloro che vogliono rimboccarsi le maniche e conseguentemente abbandonerà l’assistenzialismo e si darà da fare per uno sviluppo del territorio, allora per il vecchio De Mita sarà veramente finita!
Per il resto, i risultati elettorali hanno portato uno sconquasso anche in Irpinia. La rappresentanza politica cambia volto. De Luca, Sibilia, Iannaccone, Pionati, Nocera, sono figure relativamente nuove, almeno in campo parlamentare. Non sembra comunque che possano arginare la progressiva marginalizzazione dell’Irpinia che è già in atto: vedi questione rifiuti.
Un’ultima considerazione sulla sconfitta della sinistra Arcobaleno. Fino a quando i vari D’Ambrosio, Aurisicchio, Giusto, i verdi e quelli di rifondazione comunista, non si domanderanno perché molti operai del nord, iscritti anche alla Fiom hanno votato Lega nord, e si daranno una risposta convincente, il baratro che si è aperto ai loro piedi rimarrà incolmabile.

La guerra dei rifiuti.
Solo oggi i politici irpini hanno scoperto la provincializzazione dei rifiuti, quando, ormai, l’Irpinia è stata presa d’assalto dal Commissario De Gennaro per la localizzazione di discariche regionali. Troppo tardi. Eppure la provincializzazione è stato un cavallo di battaglia della Presidente della Provincia De Simone, almeno all’atto dell’insediamento. Poi se n’è dimenticata per la strada. Ora che la frittata è fatta c’è poco da rimediare!
Tutti i politici campani sono andati avanti con la politica del no; tra proteste e rivolte con i sindaci con la fascia. Con la politica dei no, dei veti e della carta bollata si sono persi anni e nessuna discarica è stata fatta; né il termovalorizzatore di Acerra riuscirà ad essere terminato se non fra anni, e sempre che il buon Dio ci metta una mano. Da noi, la grande protesta bipartisan cominciò proprio con il Formicoso, che oggi saremo costretti ad accettare come megadiscarica. Proseguì con Difesa grande e con Savignano, che, oggi ci si accorge che fu una scelta infelice. Siamo punto e a capo e dovremo accettare anche le ecoballe a Pianodardine dove per anni il Cdr ha chiuso periodicamente perché si diceva, soffocato dalle ecoballe. Siamo arrivati ad un punto di non ritorno e di estrema gravità che rasenta la sedizione, se risponde al vero che per fermare i camion di Di Gennaro - come scrivono i giornali- si siano utilizzati i mezzi della Provincia con alla testa del corteo i Sindaci di Avellino e dei paesi limitrofi perfino la Presidente della Provincia. Siamo al limite della legalità, o l’abbiamo superata creando un palese conflitto tra Organi dello Stato! La protesta e la rivolta coinvolge anche Chiaiano nel napoletano e tutti quei territori nei quali si tenta di impiantarvi una discarica. Finora non se ne è fatta nessuna e i rifiuti sono ancora in mezzo alle strade, e sono destinati a rimanervi perché finora non si sta facendo alcuna struttura. Il piano integrato è un sogno e Cristo è ancora fermo ad Eboli ormai da troppo tempo! Non restano che le maniere forti. Peccato che debba farvi ricorso Berlusconi perché, comunque la pensiate, cari politici il problema deve essere risolto ed in tempi brevi e voi siete stati tanti re travicelli!

NINO LANZETTA



Sabato, 26 aprile 2008