I Manager delle Asl campane si aumentano lo stipendio!
Al tempo stesso che il Governo, con la manovra finanziaria in discussione al Parlamento, prepara consistenti tagli alla Sanità, i direttori generali delle Aziende sanitarie locali ed ospedaliere campane, tempestivamente sono corsi ai ripari aumentandosi gli stipendi con effetto immediato. Molti di loro hanno già incassato gli arretrati. Per gli utenti, invece, si preparano tempi difficili per la sicura istituzione del ticket e la probabile riduzione di servizi. Senza entrare nel merito delle professionalità manageriali dei dirigenti campani, (tutti di nomina dei partiti !) che si commenta da sé, stante lo stato pietoso della sanità campana e il buco infinito del bilancio, fa riflettere la strafottente tempestività delloperazione volta alla difesa delle loro prerogative ed interessi che non fa assolutamente il paio con quella della difesa dei poveri pazienti. Si può solo notare che esattamente un anno fa i consiglieri regionali campani procedettero con la stessa alacre e pervicace tempestività ad aggiornarsi i propri emolumenti. Perciò fa abbastanza ridere la rabbia del Presidente Bassolino e la convocazione urgente, da parte del consigliere Giusto, della Commissione sanità volta a bocciare gli aumenti. Gli interessati si difendono: gli aumenti non sono illegittimi e rispondono a norme contrattuali e dordine generale; non incidono minimamente sui bilanci e i politici non facciano loro la morale. Comunque sono disposti a rivederli. Aspettiamo gli sviluppi! Cè solo da augurarci che anche nel settore della sanità non facciamo la stessa fine della gestione della “monnezza” . Le premesse ci sono tutte. La pacchia dei finanziamenti senza limiti è finita. Le regioni devono fare da loro e pareggiare i bilanci entro pochissimo tempo o introducendo i ticket o diminuendo i servizi. Ci sarebbe unaltra strada: quella di una migliore organizzazione funzionale e di una drastica rivoluzione in senso di tagliare i rami secchi, riorganizzare i reparti in funzione dei malati e non dei primari da conservare o nominare, far funzionare i laboratori pubblici senza far arricchire solo i privati e via dicendo ( lelenco sarebbe lungo!). Ma questo non è difficile:è quasi impossibile fino a quando non ci sarà una rivoluzione culturale dei cittadini!
Il futuro prossimo della politica in Irpinia. Il mese di luglio per gli avellinesi è stato dedicato al mare e alle vacanze per rientrare, poi, in città per il tradizionale ferragosto e la festività dell Assunta, occasioni rigorosamente da non perdere. Stavolta molti politici hanno dovuto rinunciare al mare per le vicende dellAmministrazione provinciale e comunale del capoluogo, i congressi dei partiti ( Rifondazione e Comunisti italiani) e le conseguenze della crisi alla Provincia. Lagenda politica, con riunioni, interviste, conciliaboli, ipotesi di soluzioni, disegni di strategie li ha inchiodati in città. Il nuovo partitino di De Mita è in piena attività. Ha conquistato il centro dellattenzione e dellinteresse politico e ne rivendica, naturalmente nel senso di potere e di poltrone, un ruolo significativo basato - sintende- sul controllo degli enti locali e di gestione. La vicinanza o ladesione allUDC di Pionati o la prospettiva della costruzione di una funzione centrale dello schieramento politico, è il classico specchietto per le allodole. Limperativo categorico è mantenere il potere negli enti locali, quanto più possibile. La costruzione politica verrà dopo! Il fatto nuovo è che, per gli scenari futuri, ora non si può prescindere da De Mita. Per la strategia futura del partito democratico, le strade sono due. Ricomporre il centro sinistra includendovi i popolari e riconoscendoli politicamente come una forza autonoma ed indipendente, o farne a meno e andare avanti combattendoli perchè transfughi e trasformisti , per di più, per ragioni di basso cabotaggio. Anche per i demitiani le strade sono due, dopo lo strappo non certo esaltante dellalleanza con la destra. Continuare il rapporto con gli amici ed alleati di Berlusconi, che nella nostra provincia, vede insieme anche lUDC di Pionati e tentare di scalzare definitivamente il Centro sinistra dallIrpinia ( Provincia e Comune capoluogo) o ricucire lo strappo con il partito dal quale sono usciti e ricomporre il centro sinistra nel quale occupare una parte di tutto rispetto, se non di prevalenza, come è nellindole di De Mita. Inutile dire che gli alleati di Berlusconi gongolano e fanno di tutto per indurre i superstiti dellUdeur a togliere la fiducia al sindaco Galasso. Basta uno solo ed il gioco è fatto! Il Ministro Rotondi già prevede ed auspica liste comuni nel segno del PPE con De Mita e lUDC, e magari con Mastella, che già scalpita per tornare nel giro! Gargani si dichiara sicuro che lintesa con De Mita e lUDC maturerà dalla Campania e auspica lazzeramento anche alla Regione. Il partito democratico sembra, per ora, orientato a confermare le alleanze con i partiti del centro sinistra escludendo i demitiani. I segretari dei partiti alleati, da Sinistra democratica, a Rifondazione, ai comunisti italiani, vogliono proseguire senza i popolari di De Mita. I verdi sembrano più cauti. Non cè che dire: è la “nostra” solita politica che non si ferma neanche destate! Solimine, Sindaco, Presidente di Comunità montana, uno degli artefici della rivolta anti De Simone e uno dei fuorusciti del PD, ed esponente di spicco dei demitiani dice: noi non siamo uomini della destra! Forse, chissà, potreste diventarlo dal momento che avete imboccato, anche voi, con il vostro glorioso capo, la strada del trasformismo, non nuovo per lIrpinia! NINO LANZETTA
Martedì, 15 luglio 2008
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