La settimana politica irpina
Alla ricerca del «centro» !

di NINO LANZETTA

Da molto tempo in Irpinia si è alla ricerca di un nuovo centro politico che, anche se non si può più, per ovvie ragioni, chiamare Democrazia Cristiana, sia tuttavia in grado di reiterarne la funzione centrale nello schieramento politico. Si tenta di rimettere insieme i cattolici, in modo da poter condizionare ogni tipo di alleanza e tornare al governo del Paese per un tempo altrettanto lungo.
Dapprima ci ha tentato l’On. Rotondi con il goffo tentativo di riportare in auge la stessa DC, anche nel nome, E’ finito, come tutti sappiamo, e lui si è riparato sotto le ali protettive e rassicuranti di Berlusconi. Poi c’è stato il tentativo, fallito sul nascere, del senatore Zecchino, con il suo Centro per l’Europa, che da allora non trova pace nel cercare una nuova prospettiva. L’On. Gargani ha creduto di trovare (beato lui!) il suo popolarismo in Forza Italia, e per convincere se stesso e gli altri della bontà della scelta, trova ogni pretesto per parlar male, ieri, della Margherita - suo ex partito- e, oggi, del Partito democratico, perchè - a suo dire- avrebbero tradito i valori del popolarismo democratico. A loro, dopo la costituzione del partito democratico al quale non aderirà, si è aggiunto, negli ultimi tempi, l’inossidabile On. Gerardo Bianco.
Insieme, due settimane fa, sono approdati alla sala Capranica di Roma ove si è riunita la Convention dell’On. Adornato, vecchio docente di dottrina comunista alle Frattocchie, convertitosi, in età matura, al liberalismo e approdato anche lui , come tanti altri ex (socialisti, comunisti, repubblicani e socialisti ), al caravan serraglio dal cavalier Berlusconi.
Alla convention di Adornato, l’On .Gargani si è trovato fra amici. E’ venuto persino Berlusconi, benedicente, a ricordare per l’ennesima volta - come un disco rotto- che bisogna mandare a casa Prodi ostaggio dei “comunisti”.
Bianco (poverino!) ha resistito quanto ha potuto, poi non ce l’ha fatta più : ”Ho ascoltato - ha detto- molti buoni propositi, ma nessuna risposta politica. Sono al punto zero.” Come poteva sperare di trovare il “suo” popolarismo in quel mondo così diverso e lontano dai suoi ideali! Onore al merito al vecchio e glorioso Gerry White cui il nome garantisce un passato di onestà e trasparenza! Decisamente la compagnia, oggi, è peggiorata e di molto! Forse conviene tornare agli amati studi o accettare la scommessa del nuovo partito democratico come hanno fatto tanti cattolici democratici che popolari sono rimasti nella mente e nella cultura!
Diversamente il prof. Ortensio Zecchino che, anche stavolta, come in altre occasioni passate - salvo poi a ricredersi - sembra aver trovato quello che cerca da tempo e cioè la possibilità di costruire “una casa comune per i moderati, ancorata saldamente alla radici di un movimento politico e culturale”. Gli auguriamo soltanto di non dover riprendere la lanterna e, come Diogene, continuare la ricerca per tutta la vita!
Naturalmente, cercare il centro non basta: occorre, poi, intendersi sulla sua esatta collocazione, soprattutto in un sistema bipolare che ancora resiste.
L’On. Cicchitto, un passato da socialista puro, di scuola lombardiana, anche lui approdato in Forza Italia con funzioni di coordinatore, proprio ad Avellino ha avvertito il senatore Pionati, altro astro nascente della politica irpinia e portavoce dell’UDC, che il vero centro è in Forza Italia.
Ma anche AN, pur erede del Movimento Sociale Italiano di Almirante si crede di centro se vuole iscriversi al Partito popolare europeo. L’On. Mastella grida ai quattro venti che il vero centro è il suo, forse solo perché ha occupato il centro della strada e non vuole spostarsi! L’On. Casini va in frizione con Berlusconi perché ritiene che solo il suo partito esprime il centro moderato e cattolico della coalizione. L’On. Di Pietro invita in modo perentorio e spiccio a diffidare della concorrenza!
La verità è che l’Irpinia non è più, da molto tempo ormai, un laboratorio di idee come lo è stato ai tempi di Sullo o del primo De Mita e in politica si sta facendo gran movimento e, in attesa di una inevitabile riforma elettorale, si cerca di conquistare le migliori posizioni possibili.

Nomine Altocalore.
Sono stati rinnovati i Consigli di Amministrazione dell’Altocalore, che sono rimasti ancora due perché due sono le strutture ( Patrimonio e Servizi) per effetto della divisione del 2003 che - dicono i bene informati- fu fatta più per motivi politici ( accontentare la Margherita e i Democratici di sinistra) che tecnici.
Oggi che i due partiti si sono uniti non c’era molto senso a mantenere la divisione anche se per giustificarla hanno modificato lo Statuto.
Il consigliere regionale Anzalone, nei giorni scorsi, con un’iniziativa pubblica aveva proposto la fusione delle due strutture e conseguentemente la nomina di un unico CdA con 5 membri.
Il professor Anzalone non è nuovo a proposte del genere e, forse, non si rende conto dell’effetto…destabilizzanti di un equilibrio che si tiene in essere con fatica.
A luglio scorso si permise addirittura di non approvare, per palese illegittimità procedurale, l’aumento -con arretrati compresi- dell’indennità dei colleghi consiglieri. Fu preso per matto e il provvedimento, bocciato a luglio, prima di partire per le ferie, è stato riapprovato all’unanimità (destra sinistra e centro) al primo consiglio regionale del dopo ferie. Ci ha ritentato con l’Altocalore, ma gli è andata buca lo stesso!
“I costi della politica sono altri, premiare la qualità, il punto è la garanzia di competenza nell’amministrare l’Ente” è subito stato detto dai soliti politici “esperti” e soprattutto interessati!
Infatti, gli Enti rimangono due, come i Consigli di Amministrazione. C’è stato un ritocco nel numero dei membri, non già per volontà dei politici irpini, folgorati sulla via di Damasco e improvvisamente sensibili ai costi della politica o preoccupati dall’ondata di antipolitica che si comincia a sentire anche da noi ma esclusivamente da disposizioni normative già approvate e non eludibili. Qualcosa di positivo, però, è avvenuto anche da noi ed alimenta un tenue speranza che qualcosa si muove. Sono stati nominati alcuni tecnici. E’ questa è la prima volta che succede. Si spera che sia solo l’inizio e che non si torni al passato appena l’onda sia passata. Il buon professor Anzalone, tuttavia, non si ferma. Propone nuovamente la riduzione degli stipendi dei consiglieri e delle spese di funzionamento del Consiglio regionale e degli assessorati che definisce in parte “inutili” ed in parte “paravoluttuarie” (sic!). Stavolta dalla sua ha anche il governatore Bassolino e la presidentessa del Consiglio sig.ra Lonardo che precedentemente si erano distratti un po’. Che dire? Sono stati folgorati anch’essi sulla via di Damasco o hanno finalmente capito che così in Campania proprio non va?

NINO LANZETTA



Mercoledì, 07 novembre 2007