Notizie da Avellino
Fondi europei e politica regionale.

di NINO LANZETTA

Lo scorso tre dicembre, su iniziativa dell’Amministrazione comunale di Avellino, si è tenuto all’Hotel de la Ville un convegno sul tema: “Piano strategico, idee sul futuro dell’area urbana”. Il Sindaco Galasso ha voluto interrogare la città per avere suggerimenti e idee su quali iniziative intraprendere, nei prossimi anni, per fare di Avellino una moderna città di servizi. Cioè come utilizzare i molti fondi europei che la Regione mette a disposizione dei sindaci, invitandoli a spenderli nel più breve tempo possibile. Infatti, le somme non utilizzate entro il 2006 devono essere spese improrogabilmente entro il 2009 pena la loro perdita. Per questo motivo la città è piena di cantieri che sembra assediata o uscita da un conflitto bellico.
Poi, forse, la pacchia finirà o si attenuerà notevolmente, e i sindaci dovranno studiare come fare per quadrare i bilanci e coniugare efficienza a rigore. Dovranno inventarsi nuovi metodi per conseguire quel consenso elettorale, che oggi è assicurato da un fiume di soldi, che alimenta il più sofisticato potere politico, che estende i suoi tentacoli su tutti i settori della la vita amministrativa, economica e sanitaria della regione. Oggi si spende e si spande soprattutto perché la Regione deve dimostrare che i fondi concessi sono utilizzati per intero e pertanto si finisce per finanziare ogni iniziativa, la più strampalata o inutile possibile, spesso al solo scopo di dimostrare che si è speso.
Per comprendere il fenomeno occorre partire dall’inizi. Cosa sono i fondi europei, a cosa servono o dovrebbero servire, come vengono distribuiti e quali risultati effettivamente raggiungono. Infine quanto spende la Campania ogni anno e quanto ha speso negli ultimi anni.
I fondi servono, o meglio dovrebbero servire, a finanziare lo sviluppo delle regioni più arretrate per metterle al piano di quelle più sviluppate e consentire alle aree depresse di recuperare il ritardo accumulato, in modo da uniformare il panorama economico all’interno dell’Unione europea.
Le Regioni gestiscono, o meglio dovrebbero gestire, i fondi europei attraverso un’accorta politica di programmazione in modo da aggredire alla fonte le cause del ritardo e del sottosviluppo. Questa politica dovrebbe svolgersi attraverso idee guida generali e funzionali, in una visione d’insieme redigendo piani capaci di produrre sviluppo e occupazione. Sicuramente non con provvedimenti a pioggia che favoriscono il maggior numero di destinatari possibili e privilegiano la quantità, più che la qualità degli investimenti e, naturalmente, la loro fedeltà politica. Le Regioni redigono e attuano i Piani Operativi Regionali ( i cosiddetti POR) con i quali dettano le linee guida dello sviluppo, che quasi sempre restano, però, sulla carta. I POR vengono approvati di concerto con l’U.E.
Spesso, però, i soldi vengono utilizzati per scopi diversi da quelli ipotizzati con i piani. La stessa Legge 488, che pure è gestita a livello nazionale e finanzia i progetti presentati dalle Imprese, ha mostrato molti punti deboli. Infatti, vogliono apportarvi modifiche. Gli stessi Por dovranno essere ridefiniti sulle esigenze concrete e dovranno garantire maggiore celerità, minori intralci burocratici e maggiore trasparenza. Si dovrebbero finanziare solo le imprese che presentano i programmi validi e non, come è avvenuto finora, il maggior numero di imprese a prescindere alla qualità degli investimenti che, spesso, sono previsti solo sulla carta. Perciò occorre più trasparenza e migliore consulenza e occorre migliorare la strategia dei Bonus fiscali, che vengono spesso utilizzati per finalità di investimenti finanziari. Occorrerebbe perseguire contratti di programma tra Stato, Regioni e Aziende e favorire grossi e accurati investimenti suscettibili di crescita di indotto, come per esempio è successo per lo stabilimento della Fiat di Melfi.
Se si guarda alla nostra provincia, si vede subito l’enorme spreco di denaro che non e suscettibile di alcuno sviluppo economico in termini di accrescimento di ricchezza prodotta e di occupazione. Solo soldi buttati al vento in inutili lavori pubblici: nuove pavimentazioni di piazze, rifacimento di vie e di marciapiedi, inutili tunnel e illuminazioni fantasmagoriche, arredi urbani. Nessun intervento di struttura, nessun riassetto del territorio, nessun miglioramento del sistema idrogeologico e ambientale con le montagne che continuano a franare. Nessuna sistemazione delle condutture e degli acquedotti, nessun’utilizzazione delle acque al fine di migliorare l’agricoltura, nessun depuratore, niente energia alternativa. Niente di niente. Non parliamo della formazione. Quale? E’ un pozzo di San Patrizio senza fondo e senza alcuna vera utilità: solo a finanziare i formatori e tutto il mondo che gira intorno. Hanno finanziato perfino i corsi per veline!
Una volta c’era la Cassa per il Mezzogiorno, ora ci sono i Fondi Cee. La politica clientelare del sud non è certo migliorata, anzi sotto alcuni aspetti è peggiorata. Gli sprechi della Cassa e i pochi risultati raggiunti non hanno portato alcun ammaestramento!
E’ cresciuto il divario Nord/Sud. E’ ripresa l’emigrazione, che stavolta reca più danni perché vanno via i giovani ed i laureati, che notoriamente dovrebbero essere le risorse su cui investire per il futuro. E’ aumentata la delinquenza organizzata, mafia, camorra e ndrangheta, che, guarda caso allignano proprio nelle regioni che ricevono più fondi. La casta politica è divenuta più intoccabile e i rapporti affari- politica non sono mai venuti meno né si sono attenuati, nonostante inchieste e magistrati di valore morti sul campo. I coraggiosi (qualcuno ancora c’è!) devono pensarci due volte prima di chiamare in causa i politici! Forleo e De Magistris docent!
Secondo il ministro Nicolais - già stretto collaboratore di Bassolino- l’utilizzo dei finanziamenti europei non è servito allo sviluppo della regione perché i fondi sono stati utilizzati per coprire spese ordinarie e non per creare nuove occasioni di lavoro e di crescita economica della regione.
E per finire alcuni dati: alla Campania sono stati assegnati per il periodo 2000/ 2006 fondi per 7.748.172.781 euro. Nello stesso periodo sono stati impegnati 6.178.799.577 euro pari al 79,7% di quanto assegnato e ne sono stati spesi (fino al 31.12.06) 4.248.742.870 pari al 54,8%. I rimanenti fondi, già assegnati e non utilizzati, possono essere spesi fino a tutto il 2009. Da ciò l’accelerazione delle spese e la necessità di far presto. Fare qualunque cosa pur di spendere. Ci sono soldi per tutti, soprattutto per progettisti, consulenti, addetti ai lavori, professionisti, tecnici, imprenditori, commercianti, ristoratori, artigiani e tutti quelli che mantengono in piedi la baracca dei politicanti di casa nostra. La Campania spende in media più di settecento milioni di euro l’anno: ce n’è per tutti, naturalmente si fa parte del… sistema!


NINO LANZETTA



Martedì, 11 dicembre 2007