Roma (NEV), 10 settembre 2008 - "Unimmediata cessazione delle violenze, il ripristino dello stato di diritto, e rifugio per gli sfollati" in Orissa (India). È quanto hanno chiesto in una lettera del 3 settembre al Premier indiano Manmohan Singh, due tra i massimi leader religiosi cristiani: Samuel Kobia, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), e Ishmael Noko, segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM). Secondo informazioni pervenute ai due organismi dalle chiese membro in India, sembrerebbero continuare indiscriminatamente uccisioni di persone e incendi di chiese soprattutto nei distretti di Gajapati e Khandamal, e in altre parti dello stato di Orissa. I disordini erano cominciati dopo luccisione di Swami Laxamananda Saraswati, leader del gruppo radicale indù Vishwa Hindu Parishad, lo scorso 23 agosto. I cristiani della regione sono stati sommariamente accusati dellomicidio, in realtà attribuito a gruppi maoisti, e sono scattate le violenze: la cronaca di questi giorni parla di decine di morti, centinaia di cristiani feriti, una cinquantina di chiese distrutte, mentre sono 13mila i profughi che, per sfuggire al massacro, si sono rifugiati nelle foreste o nei campi profughi predisposti dal governo. Il segretario esecutivo della Chiesa evangelica luterana unita in India, il pastore Augustine Jeyakumar, ha riferito di gruppi fondamentalisti indù che passano al setaccio i villaggi distruggendo chiese, incendiando case, attaccando ed uccidendo cristiani. Unoccasione per allentare le tensioni che attanagliano il paese è stata sicuramente la Giornata di preghiera e digiuno indetta dal "Forum nazionale cristiano unito dellIndia" domenica scorsa, 7 settembre. In tutto il paese i cristiani di tutte le confessioni hanno pregato e digiunato, invocando la pace in Orissa. Nella capitale dello stato martoriato, Bhubaneshwar, si è tenuto anche un incontro interreligioso fra leader cristiani e indù per ribadire il "no" a ogni violenza contro luomo e il reciproco rispetto delle comunità religiose. Secondo lAgenzia Fides del 9 settembre la situazione tuttavia resta molto tesa: i cristiani continuano a essere minacciati e intimiditi. I cristiani in India sono tra il 3% e il 6% della popolazione. Tra i gruppi maggiormente rappresentati quelli appartenenti al Consiglio nazionale delle chiese (evangelici, anglicani, ortodossi), alla Chiesa cattolica, e ai gruppi e alle comunità facenti riferimento alla Comunione evangelicale dellIndia. In anni recenti questi tre gruppi hanno aumentato significativamente la collaborazione tra loro.
Sabato, 13 settembre 2008
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