Roma, 10 settembre 2007 (NEV-CS83) – Si è conclusa ieri, 9 settembre, con una celebrazione di testimonianza comune, la Terza Assemblea ecumenica europea (AEE3), convocata congiuntamente dalla Conferenza delle chiese europee (KEK) e dal Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE) sul tema: "La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità in Europa". Levento ha visto riuniti 2100 anglicani, cattolici, ortodossi e protestanti che dal 4 al 9 settembre si sono confrontati a Sibiu in Romania su temi quali lintegrazione europea, il dialogo interreligioso, le migrazioni, la salvaguardia del Creato, la giustizia e la pace, lunità, la spiritualità, la testimonianza comune. La sessione di chiusura ha elaborato un messaggio finale con dieci raccomandazioni, indirizzato alle chiese, allEuropa e al mondo. "Il viaggio a Sibiu ci ha permesso di rinforzare i legami ecumenici già esistenti e di crearne di nuovi", ha dichiarato al suo rientro la pastora Letizia Tomassone, coordinatrice della delegazione protestante italiana. Tracciando un primo bilancio dellevento, ha sottolineato la convergenza emersa nel corso dei lavori sui temi della giustizia e della pace: "Come si evince anche dal messaggio finale dellassemblea, che cita il rifiuto incondizionato della guerra e che menziona le responsabilità europee nei confronti dellAfrica, molta importanza è stata accordata ai temi legati alla pace e alla giustizia, temi sui quali le stesse chiese italiane avranno da attivarsi molto nei prossimi mesi". La delegazione italiana a Sibiu - composta da protestanti, ortodossi e cattolici, tra tutte la più numerosa con i suoi 121 componenti, ma anche lunica ad arrivare unita allAEE3 – si è già data appuntamento a novembre per lavorare insieme sulle possibili ricadute dellAEE3 in Italia, ha riferito Tomassone. Per quanto riguarda le modalità del dibattito assembleare Tomassone ha notato che "un problema evidente dellAEE3 si è rivelato essere quello della partecipazione diretta dei delegati, ridotti troppo spesso a meri spettatori". La mancanza di adeguati tempi di discussione rilancia, secondo Tomassone, "il tema della partecipazione del popolo di Dio nellelaborare la predicazione dellEvangelo per loggi. Una questione che, in fondo, è quella del sacerdozio universale o della visibilità di tutte le azioni portate avanti intensamente nelle chiese da laici, movimenti, organizzazioni o persone consacrate. Tema che mi appare oggi, dopo Sibiu, più centrale di quello classico dellunità visibile della chiesa". Infine Tomassone si è rallegrata per la presenza dei giovani, "una presenza visibile, qualificata ed incisiva, tantè che il documento da loro elaborato è stato accolto e fatto proprio dallAEE3".
Luned́, 10 settembre 2007
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