44a sessione di formazione ecumenica del SAE
Mozione su SIBIU e l’ebraismo

L’assemblea dei partecipanti alla 44esima sessione di formazione ecumenica del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche), che si tiene a Chianciano dal 29 luglio al 4 agosto 2007,

rileva con dispiacere che, da quanto in qui noto dello svolgimento dei lavori della prossima Assemblea Ecumenica Europea che si terrà a Sibiu dal 4 al 9 settembre, non sia previsto in maniera esplicita uno spazio di discussione e di confronto sui temi del rapporto fra cristianesimo ed ebraismo.
La seconda assembla ecumenica europea di Graz aveva dedicato al tema un momento di lavoro specifico ed autonomo, riconoscendo con ciò il particolare ruolo di questo tema per il mondo cristiano in generale e per il movimento ecumenico in particolare, ruolo che si esprime attraverso un nuovo modo di guardare e di rapportarsi al popolo ebraico da parte delle chiese cristiane e che costituisce un vero e proprio rovesciamento di prospettiva della concezione tradizionale. Questo nuovo modo di guardare Israele ha uno dei suoi snodi fondamentali, in un certo senso il suo fuoco, nella convinzione della permanenza dell’elezione di Israele.
È ormai largamente riconosciuta la specificità dell’incontro con la fede e la storia dell’ebraismo, che ha una valenza particolare per le chiese cristiane e per la definizione della loro stessa identità.
Questo era stato riconosciuto ampiamente nella Charta Oecumenica, che aveva infatti dedicato il decimo paragrafo al tema Approfondire la comunione con l’ebraismo. Si tratta, anche dal punto di vista lessicale di una scelta precisa ed impegnativa, poiché si parla di comunione, e della necessità che essa sia approfondita: “E’ urgente e necessario far prendere coscienza, nell’annuncio e nell’insegnamento, nella dottrina e nella vita delle nostre Chiese, del profondo legame esistente tra la fede cristiana e l’ebraismo e sostenere la collaborazione fra cristiani ed ebrei”: così il testo della C.O., a cui seguivano gli impegni a contrastare tutte le forme di antisemitismo ed antigiudaismo e a cercare e ad intensificare a tutti i livelli il dialogo con le sorelle e i fratelli ebrei.

Noi chiediamo al Comitato Organizzatore della terza AEE di adoperarsi in ogni modo possibile affinché durante il prossimo incontro di Sibiu si possa trovare il luogo ed il tempo per scambiare le esperienze di come e in quali modi le chiese appartenenti alla CCEE e alla KEK abbiano riposto all’invito loro rivolto dalla assemblea di Graz; per comunicare le une alle altre come e mediante quali iniziative abbiano sviluppato il tema proposto dalla C. O., vale a dire quali siano state le modalità operative con le quali si è approfondita la comunione con l’ebraismo e come concretamente le chiese si siano comportate di fronte agli impegni a cui la C.O. le chiamava ad essere responsabili.

Esprimiamo anche l’auspicio che il discorso sul rapporto cristiano-ebraico possa essere ulteriormente sviluppato duranti i lavori della terza AEE, con i tempi e le modalità che si vorranno esperire, affinché i delegati e le delegate possano arricchire ulteriormente il bagaglio di idee,intuizioni, proposte, impegni di lavoro, prospettive di collaborazione, con cui ritornare alle proprie chiese di appartenenza e sviluppare attraverso di esse nuovi modi di vivere la propria fedeltà al messaggio evangelico, di cui è parte irrinunciabile la parola dell’apostolo Paolo a proposito dell’elezione d’ Israele e del patto che Dio stipula con esso: (Rom 11,29): “poiché che i doni e la vocazione del Signore sono irrevocabili”.



Sabato, 04 agosto 2007