Si è aperta a Chianciano la 45° Sessione di formazione del Segretariato attività ecumeniche (SAE). Circa trecento partecipanti, provenienti da tutta la penisola, di diverse confessioni cristiane, e alcuni di fede musulmana ed ebraica, hanno iniziato a dialogare e confrontarsi sul tema della libertà che sviluppa i lavori della Sessione 2007. Gli “Spazi e confini della libertà” sottotitolo dellespressione di Paolo ai Corinti “Non sono forse libero?” che titola la settimana, sono stati sondati il primo giorno attraverso la prospettiva teologica. Il teologo cattolico Piero Coda, il teologo valdese Fulvio Ferrario e il metropolita ortodosso Athanasios Hatzopoulos, hanno declinato il tema “Libertà di Dio, libertà delluomo”. Al termine della giornata monsignor Lorenzo Chiarinelli, vescovo di Viterbo, ha presieduto la liturgia eucaristica cattolica, nella quale ha sottolineato - richiamando Benedetto XVI - il “punto critico” a cui è arrivato il cammino ecumenico, non senza ricordare le acquisizioni compiute e la “gioiosa convivenza” di momenti come quello della Sessione SAE. Per Piero Coda la libertà, difficile da definire nella sua essenza, è il vero punto di incontro tra Dio e lessere umano. E una realtà donata dal Figlio che ha fatto esperienza dellamore del Padre: "Credere allagape del Padre fino allestremo è la risposta di libertà alla libertà del Padre". Per questo la libertà dei cristiani - non loro esclusiva eredità ma comune a tutta lumanità perché Cristo è Figlio delluomo - trova la sua ragione intima nella stessa libertà che anima il rapporto damore tra Padre e Figlio trasmessa attraverso lo Spirito Santo. Questa libertà consegnata agli esseri umani ha i suoi paradossi, come la chiamata a una doppia fedeltà: la custodia delle parole e dei segni di grazia di Cristo, e la continua apertura del cuore e della mente allazione effusa nella storia dello Spirito di Gesù. Secondo Fulvio Ferrario un mondo secolarizzato, che si spiega senza Dio, per cui Dio non è più necessario, non necessariamente rende Dio superfluo ma stimola alla ricerca di un Dio non più trionfante, ma crocifisso, che alla necessità contrappone la grazia, che interpella la libertà dellessere umano. Libertà quindi come incontro tra due libertà - quella di Dio che è la grazia rivelata in Gesù Cristo, quella delluomo che è la risposta della fede - e come offerta di amore non imposto ma offerto. Una libertà umana che nasce dallamore non può che esprimersi attraverso lamore e fare dellamore trinitario la propria fonte di relazioni, ha rilevato il metropolita Hatzopoulos. Una realtà che va recuperata perché forse una certa teologia ha presentato Dio come un padre padrone, da cui gli esseri umani si sono distaccati. Recuperando invece la relazione damore fondamentale con Dio si entra nel dinamismo dellamore trinitario, ci si scopre a immagine di Dio e ladesione alla sua volontà è quella di persone libere, che rispondono allamore con lamore. Dai fondamenti teologici della libertà la riflessione dei relatori passa nei prossimi giorni agli ambiti della scienza, delletica e della politica, mentre nei dieci gruppi di lavoro i convegnisti prenderanno la parola sulla libertà declinandola in rapporto alla preghiera, allinformazione, alla gratuità, alla responsabilità, alla fragilità. Ci sono anche due piccoli corsi sulla storia del Consiglio ecumenico delle Chiese e sulle religioni orientali, e un laboratorio di poetica della narrazione. Nel percorso comune della settimana i giovani continuano i loro incontri supplementari - mercoledì, per tutti, è attesa anche la Cattedra dei giovani - mentre i bambini e i ragazzi seguono un piccolo corso parallelo che comprende questanno la partecipazione al coro ecumenico che anima le liturgie quotidiane.
Mercoledì, 20 agosto 2008
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