Chianciano, 31 luglio 2007 (NEV-CS60) - Prosegue la 44ª Sessione di formazione ecumenica del Segretariato attività ecumeniche (SAE), dal titolo “Chiamati a libertà. Fede, chiese, storia”. Ieri pomeriggio larchimandrita ortodosso rumeno Traian Valdman ha presentato una relazione su “Liberi in Cristo”, affermando: “In Cristo, la verità rende liberi. Essa ci rende liberi da e ci predispone ad essere liberi per. Essere liberi da schiavitù religiose, ideologiche, sociali, politiche è necessario e positivo - ha proseguito Valdman -, ma non è tutto. Occorre diventare liberi per Cristo. In lui la libertà è forma della verità e la verità è il contenuto della libertà”. Sullintervento di Valdman ha reagito, in veste di “discussant”, la teologa cattolica Serena Noceti, che ha sottolineato la “grande questione che ha segnato non solo la teologia e spiritualità occidentale, ma anche la cultura occidentale nel suo insieme: quella del binomio di grazia e libertà. In occidente pensiamo la nostra libertà nella condizione esistenziale dellessere a un tempo peccatori e redenti in Cristo, segnalando la potenzialità illimitata della libertà e insieme le sue limitazioni e ricordando che il male si dà solo come possibilità che diventa reale nellesercizio della libertà umana”. I lavori di ieri si sono conclusi con una liturgia ecumenica, con predicazioni della pastora battista Lidia Maggi e della cattolica Anna Urbani; le offerte sono state devolute alla Chiesa caldea dellIraq, che sta attraversando un periodo di grande sofferenza e rischia di scomparire. La giornata di oggi si è aperta con la meditazione del biblista cattolico Piero Stefani sul testo di Galati 5:13-20, che ha evidenziato la ricerca della libertà come “percorso, cammino verso ciò che non è ancora, che si esprime nel servizio verso gli altri”. “Essere chiamati a libertà - ha affermato Stefani - significa vivere ogni giorno la condizione di uomini liberi ponendosi in relazione con gli altri, senza farsi travolgere dalle opere della carne, che provocano divisioni e rotture, rendendo nuovamente schiavi”. La pastora valdese Janique Perrin ha parlato su “Tradizione e libertà nello Spirito”, sottolineando limportanza dellinterazione tra la Tradizione e le tradizioni. “Permane il rischio che le chiese identifichino lunica Tradizione, intesa come trasmissione del vangelo di generazione in generazione, con la propria tradizione. In questa tensione tra i due termini - ha affermato Perrin - occorre proporre il criterio della libertà nello Spirito, che non vuol dire appropriazione dellunica interpretazione valida. La libertà che ci è donata, infatti, presuppone il discernimento responsabile del cristiano e risiede proprio nella diversità di espressioni”. Il sacerdote ortodosso russo Vladimir Zelinsky ha discusso la relazione di Perrin, individuando la tradizione come “assimilazione della santità vissuta nel passato da chi ci ha preceduto. Se la rivelazione della Bibbia continua a vivere nelle chiese come presenza dello Spirito, anche nella tradizione splende il raggio di luce della fede: tra il singolo credente e la Scrittura - ha concluso Zelinsky - non cè mai un vuoto, ma un lungo cammino di generazioni”. I lavori proseguono nel pomeriggio con i gruppi di studio e con la liturgia eucaristica cattolica presieduta da Rodolfo Cetoloni, vescovo di Montepulciano - Chiusi - Pienza.
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Martedì, 31 luglio 2007
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