I matrimoni tra battisti e cattolici? Prove di ecumenismo concreto

Intervista a Domenico Tomasetto


a cura dell’Agenzia NEV del 10/10/2007

Roma (NEV), 10 ottobre 2007 - Lo scorso 5 ottobre è stata posta la firma al testo sui matrimoni tra cattolici e battisti. La Commissione congiunta dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) e della Conferenza episcopale italiana (CEI) ha predisposto un Documento comune che dovrà essere sottoposto all’approvazione delle rispettive assemblee. Co-presidenti della Commissione sono il pastore battista Domenico Tomasetto e mons. Vincenzo Paglia. L’Agenzia stampa NEV ha intervistato il pastore Tomasetto.

Quale spirito ha animato il lavoro congiunto delle due commissioni?
I lavori delle due Commissioni, svoltisi in sedute congiunte e in gruppi ristretti di lavoro, sono stati caratterizzati da una profonda fraternità e attenzione alle relative argomentazioni e al rispetto delle reciproche posizioni confessionali, nonostante le divergenze sull’argomento e la forte sproporzione numerica fra le due chiese. Questo, oltre al rapporto di conoscenza che esisteva fra buona parte dei componenti delle due Commissioni, ha determinato un clima generale di serenità e di fiducia, che ha permesso di lavorare con celerità, ma anche con attenzione e con cura.

In poco più di un anno siete riusciti a portare a termine i lavori. Com’è stato possibile?
Ha giovato al lavoro anche il fatto che noi battisti non eravamo i primi a predisporre un Documento di questo genere: il precedente accordo fra la CEI e la Tavola valdese ha costituito un punto di riferimento iniziale di estrema rilevanza. Va anche detto che, per le differenze teologiche ed ecclesiologiche fra battisti e valdesi e metodisti, è stato necessario e inevitabile ripensare una parte importante del documento. Oltre tutto abbiamo anche ricompreso nella nuova parte, la quarta, quello che era il “Testo applicativo” dell’accordo precedente, così da avere un documento unico sull’argomento. Il risultato del nostro lavoro non si pone come un testo fotocopia del precedente, ma assume una sua dignità “originale” da non sottovalutare.

Quali sono i passaggi futuri e che significato ha il documento nel processo ecumenico?
Ora ciascuna delle due parti farà pervenire il Documento appena siglato ai propri referenti interni, che lo sottoporranno all’approvazione della rispettiva Assemblea generale. Al termine di questo percorso, si apporranno le firme dei due presidenti (CEI e UCEBI) e poi ciascuna parte lo renderà operativo per quanto di sua competenza. Ci auguriamo che tutto questo, viste le rispettive scadenze assembleari, possa avvenire nel corso del 2008. Il comunicato congiunto prodotto al termine della sigla avvenuta il 5 ottobre fa notare il significato ben più ampio del Documento, che si pone come momento importante di un percorso ecumenico che le nostre chiese stanno percorrendo, come segno e speranza di un più ampio rapporto fra chiese e credenti che portano il nome di Gesù Cristo.



Giovedì, 11 ottobre 2007