il Papa a Vienna per oscurare gli ecumenici?

di Fulvio Fania

La visita di Ratzinger in Austria e l’attesa assemblea di Sibiu


Da: http://www.liberazione.it/

Città del Vaticano

Coincidenze sospette. Il prossimo fine settimana papa Ratzinger, ancora fresco del bagno di folla vissuto tra i giovani a Loreto, volerà in Austria, a Vienna e nella basilica di Mariazell. Il viaggio è programmato da tempo - spiegano in Vaticano - ed è stato fissato nel giorno dell’ 850°anniversario di fondazione del più importante santuario mariano dell’Austria. Ma la tradizione racconta invece di un’altra data, intorno al 21 dicembre 1157, quando un evento prodigioso suggerì al monaco benedettino Magnus di costruire la chiesa in quel punto. Sono pronte le dirette in eurovisione e grande sarà l’attenzione mediatica sulla visita del pontefice. Da molti giorni è perfino possibile scaricare pensieri e immagini papali sul proprio telefonino. Vienna è la città cattolica del cardinale Schoemborn, molto legato a Ratzinger, ed ogni volta che si è ipotizzato un incontro in campo neutro tra un papa e il patriarca ortodosso di Mosca si è pensato, oltre che a Budapest, proprio alla capitale austriaca. Il guaio è che negli stessi giorni in una regione europea non poi così lontana da Vienna, a Sibiu in Romania, si concluderà la terza Assemblea ecumenica di tutti i cristiani d’Europa. Oltre duemila delegati "del popolo di Dio" da 120 chiese di diversa specie: protestanti, ortodossi, anglicani e naturalmente anche cattolici; laici, religiosi o vescovi, incluso il cardinale Walter Kasper, responsabile vaticano per i rapporti ecumenici. L’assemblea, convocata dalla Conferenza dei vescovi cattolici del continente e dalla Kek che riunisce le chiese cristiane di altra confessione, si aprirà stasera nella storica città della Transilvania. E’ il terzo appuntamento del genere dopo Basilea nel 1989 e Graz nel 1997, che restano due pietre miliari nei rapporti tra fratelli separati. Sicuramente il Papa invierà un suo messaggio a Sibiu ma è scontato che la sua visita in Austria ruberà la scena alla composita assemblea cristiana. «Non c’è alcuna intenzione negativa in questa contemporaneità di eventi», sottolineano in Vaticano. Ratzinger ha in tasca un invito per Mariazell fin dai tempi in cui non era ancora papa. E tuttavia anche Oltretevere si riconosce una certa «problematicità».

I lavori a Sibiu saranno introdotti domani da una meditazione del patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo I. Non mancheranno dunque i leader. Dalla Russia arriverà il metropolita Kirill, dalla Germania il luterano Huber, da Londra il vescovo anglicano Chartres, dalla Svezia la decana luterana Isberg. Alla cerimonia inaugurale parteciperà anche il presidente della commissione Ue Manuel Barroso.

Certo un intervento del Papa avrebbe finito per monopolizzare l’interesse schiacciando il confronto; le altre chiese sono state le prime a chiedere invece un dibattito vero tra delegazioni il più possibile alla pari. Il problema dunque non è che Benedetto XVI in quei giorni non si trovi a Sibiu ma piuttosto che accenda i riflettori su di sé a Vienna.

Sui Carpazi comincia a fare freddo e anche nei rapporti tra i cattolici e gli altri, soprattutto i protestanti, la stagione non sembra delle migliori. Che bisogno c’era da parte vaticana di ribadire nei mesi scorsi con tutti i crismi di una nota dell’ex Sant’Uffizio, che evangelici e luterani non possono esseri considerati teologicamente "chiese sorelle" a differenza degli ortodossi, i quali a loro volta scontano mancanze proprie?

La tesi, molto cara a questo papa, era già stata confermata ufficialmente da lui stesso quando era ancora prefetto per la dottrina nella dichiarazione "Dominus Jesus".

Benedetto XVI privilegia la ricerca dell’unità con le chiese orientali rispetto ai troppo eretici protestanti. Questa scelta è evidente fin dall’inizio del suo pontificato. Ma l’insistenza di Roma nel misurare le distanze degli altri dall’unica vera chiesa di Cristo non è piaciuta nemmeno nella casa ortodossa, che come è noto è frequentata da inquilini assai diversi tra loro e spesso discordi. Bartolomeo I, che incontrerà il Papa il prossimo ottobre a Napoli, promette di adoperarsi per distendere gli animi tra i vari attori di Sibiu, specialmente tra cattolici e protestanti. L’assemblea cercherà di resistere alle difficoltà. Il lavoro preparatorio dura da anni e i protagonisti, anche quelli cattolici, sono allenati alle intemperie del dialogo tra cristiani quando le lunghe barbe dei pope e le talari dei preti si mescolano all’abito borghese dei pastori o delle vescove. Per cinque giorni affronteranno i temi dell’unità ecumenica, della spiritualità e della testimonianza comune.

Ma allargheranno anche lo sguardo alla realtà sociale dell’Europa: l’immigrazione, la giustizia e la pace e la "salvaguardia del Creato" cioè la difesa dell’ambiente. Il patriarca Bartolomeo I si è sempre mostrato ambientalista convinto mentre il Papa, nell’omelia di domenica scorsa a Loreto, ha ricordato che la drammatica contesa per l’acqua può provocare altre guerre.



Mercoledì, 05 settembre 2007