Metodisti
«Saper cantare la propria fede»: i 300 anni della nascita di Charles Wesley

di Agenzia NEV del 5-12-2007

A Roma nella Basilica di S. Paolo fuori le mura una celebrazione ecumenica internazionale


Roma (NEV), 5 dicembre 2007 - Doveva essere un evento locale organizzato nell’ambito di Churches Together in Rome, l’organismo ecumenico delle chiese di lingua inglese della capitale. E invece si è subito trasformato in un evento ecumenico del più alto livello. A celebrare i 300 anni della nascita di Charles Wesley, lunedì 3 dicembre alla Basilica di San Paolo fuori le mura di Roma, c’erano il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, il pastore John Barrett, presidente del Consiglio metodista mondiale, e il vescovo anglicano John Flack, direttore del Centro anglicano di Roma, in rappresentanza dell’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams.
Fratello del più noto John, Charles Wesley (1707-1788) è tra i fondatori del movimento metodista nato in Inghilterra nel XVIII secolo nell’ambito della chiesa anglicana. Teologo, Charles è però conosciuto come il compositore dei testi di oltre 5000 inni, alcuni dei quali universalmente noti - come per esempio “Hark the Herald Angels Sing” cantata su musica di Mendelssohn - e ancor oggi presenti non solo negli innari delle chiese metodiste, ma anche in quelli delle chiese anglicane e cattoliche di lingua inglese. “Il carattere ecumenico di questo anniversario ci è parso subito evidente - ha spiegato Trevor Hoggard, pastore della chiesa metodista di lingua inglese di Roma e tra gli organizzatori dell’evento -. L’opera di Charles Wesley è un tesoro comune di metodisti, anglicani e cattolici, e per questo abbiamo deciso di ricordare quest’anniversario insieme”. Un pensiero che il card. Kasper ha esplicitato nel suo saluto ai partecipanti della celebrazione: “Wesley offre ancora oggi a tantissimi cattolici di lingua inglese le parole per lodare Dio”. Non solo, ma i suoi inni sono stati spesso utilizzati negli incontri di dialogo tra chiesa romana e chiese metodiste, soprattutto per quel che riguarda i concetti teologici dell’universalità della chiesa, della vita sacramentale e della santificazione. In effetti, gli inni di Wesley, ha ricordato il presidente dei metodisti mondiali John Barrett, sono “teologia in versi composta da un uomo che sapeva cantare la sua fede”. Una dote che secondo Barrett non si ritrova in tanti compositori moderni di inni cristiani che “sanno esprimere gioia ed entusiasmo, ma trasmettono nel canto poco della loro teologia”.
All’incontro della Basilica di San Paolo erano presenti numerosi rappresentanti delle chiese protestanti italiane, tra cui il pastore Massimo Aquilante, presidente dell’Opera per le chiese metodiste in Italia. Alla celebrazione ha partecipato il coro della chiesa metodista di via XX Settembre, e il coro della chiesa metodista afroamericana di Lithonia (USA).
Oltre all’incontro ecumenico di San Paolo, le celebrazioni del trecentenario di Charles Wesley a Roma hanno compreso domenica 2 dicembre, un culto presso la chiesa metodista di lingua inglese, e martedì 4 dicembre, una celebrazione eucaristica anglicano-metodista presso il Centro anglicano, e un concerto presso l’American Academy.



Giovedì, 06 dicembre 2007