Terza Assemblea ecumenica europea - Sibiu, 4-8 settembre 2007
Dichiarazione di St. Maurice

da Riforma . 37/2007 del 28/9/1007

Dichiarazione dei giovani delegati di tutta l’Europa presso la Terza Assemblea ecumenica europea (Aee3), concordata durante l’incontro dei giovani delegati del 27-30 luglio 2007 a St. Maurice (Svizzera), e durante l’incontro tematico dell’Aee3 del 5 settembre 2007


Il giovane Oikoumene rappresenta il rinnovamento della vita del processo conciliare per la giustizia, la pace e l’in­tegrità del creato. I risultati dell’Aee2 (Graz, 1997) sono stati messi in pratica e ulteriormente approfonditi durante l’Aee3, prendendo spunto dalla Charta Oecumenica. Di conseguenza, racco­mandiamo ai delegati le seguenti as­sunzioni d’impegno.
Unità
Unità non significa uniformità, può invece esistere come unità nella diver­sità. Ci impegniamo a incontrare le altre denominazioni e tradizioni con apertu­ra di mente e di cuore. Un esempio è il Movimento giovanile ecumenico, che unisce giovani di tutte le denominazio­ni che seguono Gesù Cristo. Questi gio­vani, uomini e donne, non sono il futu­ro delle chiese, bensì il loro presente.
Spiritualità
Riconosciamo che la spiritualità è un’espressione della fede in tutte le sue varietà. Ci impegniamo a intraprendere un dialogo aperto sulla spiritualità tra partner a livello paritario, tenendo con­to che, non soltanto per i giovani, la va­rietà della vita spirituale costituisce un’importante colonna della fede.
Testimonianza
Chiediamo alle chiese di smettere di competere fra loro e cominciare a vivere davvero il Vangelo. Infatti, non rendia­mo testimonianza alle dinamiche di po­tere nelle nostre chiese, ma a Cristo.
Ci impegniamo a non concentrarci sulla controversia fra testimonianza verbale e non verbale: azione e parola dovrebbero procedere tenendosi per mano.
Europa
Ogni persona è stata creata da Dio e come tale ha dignità e valore. Insistia­mo quindi affinché le chiese e gli Stati
dell’Europa prendano posizione a fa­vore della tutela dei diritti umani. Questo costituisce il fondamento per costruire un’Europa secondo le neces­sità della gente.
Migrazione
La migrazione è un dato di fatto che deve essere riconosciuto e affrontato con l’idea della dignità umana, del­l’ospitalità e del diritto alla libertà di movimento. La mobilità e la libertà di movimento, tuttavia, sono rimasti un privilegio dei cittadini dei paesi mem­bri dell’Ue. Ci impegniamo a combat­tere le barriere (restrizioni nella con­cessione dei visti, differenze sociali e limitazioni finanziarie) che devono af­frontare le persone che provengono dai paesi dell’Ue o non dell’Ue e a rendere possibile e promuovere un dialogo su un livello paritario, ecume­nico ed europeo.
Religioni
La diversità delle religioni ha model­lato la coesistenza degli esseri umani in Europa. Ci impegniamo ad assumere Sibiu come punto di partenza per un rinnovato dialogo interreligioso. L’esito di questo processo sarà caratterizzato da una dichiarazione comune simile al­la Charta Oecumenica.
Creazione
Dio è il creatore del mondo in cui vi­viamo e di cui facciamo parte. Invece di vivere responsabilmente, però, noi contribuiamo - a causa di uno stile di vita insostenibile - ai disastrosi sviluppi in materia ambientale, come il cambia­mento climatico.
Ci impegniamo a ripensare il nostro stile di vita in conformità con la testi­monianza biblica. Questo dovrà essere fatto tramite iniziative concrete, quali l’acquisto di prodotti dal commercio equo e solidale, l’uso di fonti di energia rinnovabile, la riduzione delle emissio-
ni di carbonio e il cambiamento dei no­stri modelli di consumo verso uno sce­nario compatibile.
Pace
La pace non è un semplice concetto; può essere vissuta a livello personale, a livello ecclesiale e nelle relazioni fra le chiese e i governi. La pace riguarda in primo luogo il nostro atteggiamen­to personale: se la nostra anima non è in pace, non possiamo raggiungere la pace con gli altri.
Ci impegniamo ad occuparci del commercio delle armi sostenuto taci­tamente e a portare avanti una lobby permanente contro le aziende che fabbricano armi. Come controparte dell’Agenzia militare europea, chie­diamo l’istituzione dell’Agenzia euro­pea della pace.
Giustizia
In quanto parte della società, le Chiese sono anche parte dei sistemi di ingiustizia.
Ci impegniamo a rispondere alle esigenze e alle necessità dei nostri prossimi per una maggiore giustizia in tutto il mondo, a gridare la nostra vo­ce di dissenso nei confronti delle poli­tiche oppressive verso la migrazione e della supremazia dei paesi industria­lizzati nell’interazione globale, a pro­muovere pari opportunità in materia d’istruzione per ogni donna e ogni uo­mo come fondamento della loro po­tenziale autonomia.
Sottolineiamo la necessità di prose­guire il lavoro per l’accompagnamento e la realizzazione di tali impegni come obbligo nei confronti di noi stessi, dei delegati dell’Aee3 e degli organismi de­cisionali delle chiese. Questa rappre­senta non soltanto la condizione preli­minare per la motivazione e l’ulteriore lavoro con i giovani ecumenisti, ma co­stituisce il segno dell’affidabilità del movimento ecumenico.

Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 143 - numero 33 - 28 settembre 2007. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo



Mercoledì, 17 ottobre 2007