AIDS/HIV.
A Città del Messico una pre-conferenza ecumenica per la lotta alla pandemia

di Agenzia NEV del 13-8-2008

“No” alla stigmatizzazione, “sì” all’accoglienza dei malati di AIDS/HIV


Roma (NEV), 13 agosto 2008 - Quale ruolo delle fedi nella lotta contro l’AIDS? Più di 500 leader religiosi provenienti da tutto il mondo si sono incontrati a Città del Messico dal 31 luglio al 2 agosto per discutere insieme delle sfide poste alle chiese dalla pandemia. La cosiddetta “pre-conferenza ecumenica”, intitolata “Fede in azione ora”, è stata promossa dalla “Ecumenical Advocacy Alliance”, un network globale di chiese ed organizzazioni ecclesiali a favore dei diritti dei malati di AIDS e HIV, con sede a Ginevra (Svizzera), e si è svolta alla vigilia della Conferenza mondiale sull’AIDS tenutasi nella capitale messicana dal 3 all’8 agosto.
No alla stigmatizzazione, sì all’accoglienza: questa l’indicazione scaturita dalla pre-conferenza, dove tutti si sono detti d’accordo nel bandire atteggiamenti discriminatori ed escludenti da parte delle comunità di fede nei confronti di persone malate di AIDS/HIV. I partecipanti hanno riconosciuto l’importanza delle chiese nell’aiutare a togliere ogni tabù riguardo alla malattia, accettando “gli individui così come li accetta Cristo”, senza mai perdere di vista “il valore della dignità umana”. Nel corso dell’incontro il vescovo Mark Hanson, presidente della Federazione luterana mondiale (FLM), ripetendo il gesto di Gesù ai suoi discepoli, ha lavato i piedi a due donne malate di AIDS in segno di pentimento per l’indifferenza delle chiese verso le persone che soffrono per questa grave malattia. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta ai bambini affetti da HIV e su come le chiese possono aiutare le generazioni future a vivere con il virus, facendo leva sulla speranza.
I partecipanti, a conclusione della pre-conferenza, si sono quindi impegnati a lanciare una campagna mondiale per aiutare le chiese a sviluppare le proprie competenze nella lotta contro l’AIDS/HIV. Il progetto prevede da subito la messa a punto di materiale teso a formare responsabili di chiese per la cura d’anime ai malati, ma anche ad informare sulle cause della malattia. La documentazione sarà distribuita prima della Giornata mondiale sull’AIDS, il 1° dicembre prossimo.
“Dato che l’AIDS è una malattia sessualmente trasmissibile, al fine di fare la differenza, come responsabili di chiese dobbiamo diventare bravi a parlare di sessualità”, ha dichiarato all’Agenzia ENI l’attivista evangelica Kay Warren. Da anni impegnata nella lotta all’AIDS, Warren, che è direttrice esecutiva dell’Iniziativa HIV/AIDS della comunità di Saddleback a Lake Forest in California (USA), ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’approccio ai malati: “Chiunque si metta a chiedere, prima ancora di offrire aiuto ed ascolto, come sia stato contratto il virus, parte già con il piede sbagliato”.



Mercoledì, 20 agosto 2008