Chiese valdesi-Metodiste-Battiste
Assemblea-Sinodo: "Insieme perché - insieme per chi".

La parola agli esecutivi


a cura di Gaëlle Courtens

Roma (NEV), 24 ottobre 2007 - Il prossimo 2 novembre si apre a Roma la sessione congiunta del Sinodo delle chiese valdesi e metodiste e dell’Assemblea generale dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) con il motto "Insieme perché - insieme per chi". E’ la quarta volta dal 1990 che le massime assemblee deliberative delle chiese battiste, metodiste e valdesi (BMV) si riuniscono in sessione congiunta per discutere problemi e prospettive comuni della testimonianza evangelica nel paese. Per l’occasione l’Agenzia NEV ha intervistato gli esecutivi delle tre denominazioni nelle persone di Massimo Aquilante, presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia; Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese; e Anna Maffei, presidente dell’UCEBI.

Quali sono le aspettative nei confronti di questo importante appuntamento del protestantesimo storico italiano?

AQUILANTE: L’Italia sta attraversando una fase particolarmente critica della sua storia repubblicana. L’impressione complessiva è che non si riesca ad elaborare un progetto di miglioramento della qualità della democrazia all’interno del quale dare risposte effettive ai tanti disagi della società. Il protestantesimo italiano è stato sempre animato da una forte passione per un’"Italia nuova”. L’Assemblea BMV ha di fronte a sé il compito di rilanciare questa vocazione.
BONAFEDE: Sulla domanda "Insieme per chi" è chiaro che la prospettiva è quella di una predicazione evangelica protestante in Italia, la stessa che già ci vede insieme nella Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). "Insieme perché": valdesi e metodisti hanno saputo trarre dalla loro integrazione forza e ricchezza. Con la denominazione battista il cammino è diverso: rimaniamo chiese diverse, ma l’intento di una predicazione e testimonianza comune è prioritario. In questi anni è cresciuta l’amicizia fra le nostre chiese: sappiamo che essere "insieme", vivere una comunione reale è ciò che ci rende forti in Cristo. Di questo abbiamo una convinzione profonda che ci viene dal comune fondamento biblico, dalle comuni radici nella Riforma, da tanti anni di condivisione e consultazione reciproca.
MAFFEI: Questa Assemblea BMV ha un valore simbolico e una valenza pratica. Il valore simbolico: le nostre famiglie denominazionali hanno periodicamente bisogno di momenti forti vissuti insieme per riaffermare l’unità della fede e le ragioni della nostra vocazione di chiese evangeliche in Italia. Il valore pratico: dobbiamo fare il punto sul nostro cammino comune fatto di collaborazione territoriale fra le chiese, cooperazione in alcuni ambiti cruciali come le relazioni ecumeniche, la formazione dei pastori, la riflessione sui temi della bioetica e sul rinnovamento liturgico. Poi c’è l’impresa comune nell’ambito della comunicazione che cambia e quest’anno parleremo del nostro giornale "Riforma" on line. E ci confronteremo sul nostro apporto alla cultura italiana attraverso la Claudiana editrice che per la prima volta ci vede insieme anche ai luterani.


La prima sessione congiunta BMV risale al 1990. Che valutazione dà dei 17 anni di dialogo tra le tre denominazioni?

AQUILANTE: Una valutazione senz’altro positiva. Sono stati affrontati insieme temi di spessore, quali il battesimo e l’ecclesiologia. Sono state prese iniziative di rilievo: tra queste, il giornale unico, gruppi di lavoro congiunti, la collaborazione territoriale.
BONAFEDE: In questi 17 anni il mondo è molto cambiato e la realtà delle nostre chiese ci ha posto dinanzi priorità nuove quale quella dell’integrazione e del dialogo con l’ondata dell’immigrazione anche evangelica. Abbiamo però fatto molti passi avanti perchè siamo riusciti ad avere un giornale unico, questo ha significato, ad esempio, una riflessione biblica e teologica comune. Abbiamo anche alle spalle alcuni insuccessi: non siamo riusciti a trovare un accordo sul battesimo e non riusciamo a parlarne serenamente, anche se in questi anni la riflessione è andata avanti, ma avere consapevolezza della propria diversità è molto importante ed aiuta a vedere anche il molto, davvero molto che ci unisce.
MAFFEI: Non è stato solo dialogo, ma lavoro comune, consultazione reciproca sulle modalità di presenza in questo nostro paese così refrattario a dare conto di realtà non allineate in ambito religioso e culturale. Essere insieme in questa impresa è stato ed è importante e la mia valutazione è complessivamente positiva. Ancora però facciamo fatica a farci ascoltare, a fare emergere una visione cristiana critica e attenta al dialogo con il mondo, ma siamo convinti che perseverare in questo sforzo insieme ha più possibilità di riuscire nell’intento.


Tra i tanti temi di cui si discuterà nel corso dei lavori, può anticiparci qual è quello che ritiene prioritario e perché ?

AQUILANTE: I temi sono tutti importanti. Quello dell’ecumenismo e cultura è senza dubbio di primo piano. Personalmente aggiungerei il tema dell’immigrazione. Costruire una vera convivenza tra culture e sensibilità diverse è una priorità, sia sul piano sociale che su quello legislativo. Le nostre chiese, che stanno anch’esse mutando al loro interno, e che da anni sono impegnate in questo settore, possono portare al Paese un reale contributo di idee e di esperienze.
BONAFEDE: Mi sta particolarmente a cuore il tema del rapporto tra fede e giustizia: è necessario concentravi la fede, la preghiera, la vigilanza dei cristiani. La lotta alla povertà, la questione dei diritti umani, la lotta alla violenza in particolare quella contro le donne e i minori: le chiese cristiane possono dire parole importanti su questi temi. Altrettanto importante è il tema del genere: in questi anni abbiamo molto lavorato sulla questione femminile, sulle pari opportunità, sulla differenza di genere. Oggi vengono nelle nostre chiese molti fratelli e sorelle omosessuali che desiderano condividere la fede e la testimonianza evangelica in Italia: il fatto che persone che faticano ad essere accolte socialmente lo possano essere nella comunione della chiesa cristiana, è una realtà che dà spessore alla nostra fede. Sono certa che il l’Assemblea BMV saprà affrontare con fede e con rispetto questo tema che riguarda l’accoglienza della chiesa.
MAFFEI: Il tema prioritario è quello che sottende tutti i temi presentati dai tre documenti preparatori ed è: quale testimonianza comune nel nostro paese che cambia, come le nostre chiese vivono la vocazione al discepolato cristiano nel mondo globalizzato, come proporre e come vivere le grandi priorità: la lotta alle povertà, la pace, l’affermazione dei diritti umani e civili di tutti, minoranze in primo luogo.


Si può dire che il vostro è un lavoro pionieristico rispetto a quanto succede a livello europeo e mondiale o è il contesto italiano che favorisce questo tipo di approccio ecumenico?

AQUILANTE: E’ vero che vi è una particolarità italiana in materia di relazioni ecumeniche, nello specifico tra chiese evangeliche e chiesa di Roma. Non possiamo mai dimenticare, però, che battisti, metodisti e valdesi hanno una lunga storia di collaborazioni, passata attraverso il Consiglio federale, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia, le esperienze dei giovani e delle donne. Questa storia è comunque una risposta all’anelito all’unità dell’evangelismo italiano.
BONAFEDE: Sicuramente c’è una bella tradizione di lavoro comune sia a livello giovanile dove i movimenti delle nostre chiese lavorano insieme da circa cinquant’anni, sia a livello femminile, sia al livello della Federazione delle chiese evangeliche. Comunque anche a livello europeo e mondiale c’è un dialogo aperto fra alcune chiese che guardano a noi con grande attenzione.
MAFFEI: L’Europa ecumenica ma anche la Federazione battista europea guarda all’Italia con grande interesse. Non solo perché per primi abbiamo avviato una collaborazione concreta fra le nostre diverse famiglie denominazionali, ma anche per la capacità che abbiamo dimostrato di affrontare insieme temi controversi e complessi. In quest’assemblea congiunta per esempio affronteremo le questioni di genere e quelle relative al rapporto fra comunità italiane e provenienti dall’immigrazione. Ci sono sensibilità diverse anche al nostro interno su questi temi, ma la scommessa è parlarne con libertà e rispetto per tutte le posizioni, e questo in altri contesti non è affatto scontato.



Sabato, 27 ottobre 2007