Dialogo. «Non ci ha creato un unico Dio»?

di Agenzia NEV del 1-10-2008

Incontro all’ONU con leader politici e religiosi. Contestata la presenza di Ahmadinejad


Roma (NEV), 1 ottobre 2008 - Il 25 settembre circa 300 leader politici e religiosi hanno partecipato, alle Nazioni Unite, a un incontro internazionale di dialogo teso ad avviare un confronto sul ruolo delle religioni di fronte alle grandi sfide del nostro tempo: povertà, guerra e pregiudizi. All’incontro, promosso dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), intitolato “Non ci ha creato un unico Dio?” hanno partecipato, tra gli altri, il presidente dell’Assemblea dell’ONU Miguel d’Escoto Brockmann, l’ex primo ministro norvegse Kjell Bondevok ed il capo del Movimento “per il rinnovamento ebraico”, la rabbina Lynn Gottlieb. Oltre che cristiani, ebrei e musulmani, all’incontro hanno partecipato anche esponenti buddhisti, zoroastriani e di altre tradizioni spirituali. Ma la presenza assolutamente più controversa e contestata è stata quella del presidente iraniano Ahmadinejad la cui presenza a New York è stata oggetto di critiche e proteste. Che sono arrivate sino al palazzo dell’ONU dove si teneva il convegno interreligioso e dove Ahmadinejad, però, ha rinunciato a riproporre le sue ben note tesi sulla cancellazione di Israele dalle carte geografiche. E così, mentre all’interno credenti di diverse tradizioni spirituali discutevano di pace e convivenza, all’esterno uomini e donne delle stesse comunità contestavano vivacemente l’accoglienza riservata al leader iraniano: tra di essi soprattutto rappresentanze ebraiche e cattoliche. Pesanti le critiche rivolte anche al presidente dell’assemblea ONU dall’American Jewish Commitee, che con il suo invito al presidente iraniano avrebbe “compromesso la credibilità delle Nazioni Unite”.
Molto moderate nei toni le repliche del CEC ai dimostranti: “Se da un lato vi sono stati punti di contrasto e di evidente dissenso - ha affermato il pastore Christopher Ferguson, rappresentante del CEC alle Nazioni Unite - dall’altro l’incontro ha confermato come le tradizioni religiose si impegnino per il dialogo, il rispetto e l’amore per la costruzione della pace”. “Rispetto i manifestanti - gli ha fatto eco Arli Klassen, del Comitato centrale mennonita che ha collaborato all’organizzazione dell’incontro - ma dissento da loro perchè sono convinto che è importante dialogare, soprattutto quando ci sono differenze”.
Tra i nodi all’attenzione dei partecipanti il ruolo delle religioni rispetto a temi come la violazione dei diritti umani, le armi nucleari, l’oppressione religiosa e la distruzione ambientale, su scala globale ma anche nello specifico di paesi come gli USA, Israele, Palestina, Iran.
I leader convenuti a New York per questo incontro così particolare, hanno anche condiviso momenti di preghiera e di lettura dei testi sacri delle diverse tradizioni. La rabbina Gottlieb ha parlato del posto che nella Torah occupano la pace e la nonviolenza e del suo personale impegno con ebrei e musulmani ma anche con israeliani e palestinesi. Gli ha fatto eco Nihad Awad, direttore esecutivo del Consiglio per le relazioni islamo americane, che ha enfatizzato i principi islamici “tesi ad alleviare la povertà, prendersi cura dell’ambiente, affermare l’uguaglianza di tutti gli uomini e di lavorare per la pace e la giustizia”.
Questo è il quarto di una serie di incontri avviatasi nel 2006, nei quali rappresentanti di diverse comunità si impegnano a sviluppare un dialogo con la leadership politica, religiosa ed accademica dell’Iran “per incoraggiare un confronto rispettoso sul bisogno di un impegno religioso nella costruzione della pace”.
Il CEC è una comunione di circa 340 chiese della tradizione protestante, anglicana e ortodossa di tutto il mondo ai quali aderiscono circa 560 milioni di cristiani presenti in 110 paesi di tutto il mondo.



Domenica, 05 ottobre 2008