INTERVISTA
Holger Milkau, decano della chiesa luterana in Italia: “Chiamati a mediare”

a cura di Gäelle Courtens

Roma (NEV), 30 aprile 2008 - Si apre oggi a Terrasini (PA) il Sinodo annuale della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI). Fino al 4 maggio i sinodali si riuniscono in Sicilia per valutare l’operato della CELI e prendere decisioni sul futuro della vita della chiesa. Per l’occasione l’Agenzia stampa NEV ha intervistato il decano della CELI, il pastore Holger Milkau.

Decano, come interpretare oggi la presenza luterana in Italia?
Il concetto che forse più ci si addice è quello della mediazione. Una mediazione che si esprime a vari livelli, in campo ecumenico, per esempio, o anche sul fronte delle dinamiche interculturali. Mi spiego meglio: forti della nostra esperienza ecumenica in Germania e nel mondo crediamo, da un punto di vista teologico, di poter svolgere in Italia un ruolo di mediatori tra la chiesa di maggioranza, quella cattolica, e le chiese evangeliche di minoranza. La CELI è interessata al dialogo con la chiesa cattolica anche per quanto riguarda gli aspetti pratici pastorali, in quanto molti dei nostri membri vivono in famiglie di confessione mista. In questo senso la CELI può dare un contributo in materia di fattibilità pratica della vita vissuta. In ogni caso intendiamo il luteranesimo italiano essere una “valida alternativa” al cattolicesimo. Oggi possiamo dire di esserci guadagnati uno spazio come credenti cristiani in un paese cattolico. Tutto questo naturalmente si iscrive negli ottimi rapporti che abbiamo con le chiese aderenti alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) di cui la CELI è membro.

Una caratteristica costitutiva dei luterani in Italia è la doppia appartenenza italo-tedesca. Come viene vissuta?
La nostra chiesa in Italia ha la funzione spesso di essere non solo mediatrice tra cattolici ed evangelici, ma anche tra italiani e germanofoni. Sul piano culturale e linguistico essa garantisce ai nostri membri di chiesa tedeschi una vera e propria “patria spirituale”. Molte delle dinamiche interne alle nostre comunità sono simili a quelle che sperimentano le comunità di stranieri immigrati in Italia. Siamo ben consci di questa eredità multiculturale, e anche l’ingresso nella CELI di due nuove comunità ci obbligherà a fare una profonda riflessione su questo nostro ruolo di mediatori culturali. Questo Sinodo infatti accoglierà la comunità germanofona di Merano (BZ), e quella di Verona-Gardone che sta affrontando le sfide di una comunità “biculturale”.

La CELI conta non più di 7000 membri di chiesa e una ventina di comunità e gruppi sparsi per il territorio nazionale. Cosa fa per rendersi visibile?
La CELI nell’ultimo anno si è attivata sul fronte della comunicazione attraverso una serie di iniziative tese a far conoscere meglio la nostra realtà. Stiamo potenziando non solo la nostra pubblicazione “Miteinander/Insieme” e il nostro sito web, ma agli ormai tradizionali viaggi in Germania sulle orme di Lutero organizzati dal Decanato, ne abbiamo aggiunti altri: insieme al musicologo Gianni Long a giugno partirà un viaggio nella Turingia di Bach, mentre stiamo preparando un altro viaggio in Slovenia, in occasione del 500esimo anniversario della nascita di Primo˛ Trubar, il riformatore della Slovenia, appunto. Questo per dire che tra i compiti che ci prefiggiamo c’è quello di contribuire ad una maggiore visibilità non solo del luteranesimo, ma del protestantesimo italiano nel suo insieme. Concluderemo il nostro Sinodo con una tavola rotonda sulla libertà religiosa: una conferenza pubblica tesa a riaffermare i valori della Riforma, come quelli della tolleranza, della libertà di coscienza e della responsabilità.



Mercoledģ, 07 maggio 2008