Inaugurati a Roma i nuovi locali del Decanato della chiesa evangelica luterana

di Agenzia NEV del 19-02-2007

Con la mostra "Lutero a Roma" parte il Decennio in vista del cinquecentenario della Riforma
Roma (NEV), 19 settembre 2007 - E’ stato un pomeriggio di festa quello che ha visto, ieri a Roma, l’inaugurazione della nuova sede del Decanato della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI). Lasciati i locali di via Toscana, gli uffici centrali della CELI si sono trasferiti in via Aurelia Antica 391, in un edificio che è anche la sede dell’Istituto storico germanico (DHI) e accoglie lo studentato del Centro di studi ecumenici "Filippo Melantone". "Questa vicinanza con l’Istituto storico e il Centro Melantone ci permetterà di avere sulla porta di casa partner aperti e disponibili per molte attività scientifiche e formative, contribuendo al collegamento della cultura italiana con quella tedesca", ha dichiarato il pastore Holger Milkau, decano della CELI. Più in generale, Milkau ha così spiegato il senso e l’importanza del nuovo Decanato: "Speriamo che questo possa diventare un luogo di identità e di stimolo, e che possa rendere la nostra chiesa ancora più efficace e convincente nel suo vivere e parlare. La Chiesa luterana in Italia sente fortemente il compito di promuovere la sua visibilità attraverso la diffusione dei propri contenuti teologici, etici e storici".
Per l’inaugurazione sono state allestite due mostre: "Arte sacra" di D. M. Weidenbach e "Lutero a Roma" a cura del professor Jürgen Krüger. Quest’ultima - riguardante l’esposizione degli studi dei medaglioni a mosaico dei ritratti dei Riformatori del XVI secolo, che avrebbero dovuto decorare l’atrio della chiesa luterana di Roma – costituisce il primo evento legato al Decennio di memorie e prospettive in vista del cinquecentenario della Riforma protestante che cadrà nel 2017. "La nostra intenzione - ha spiegato Milkau – è di dedicare questo decennio ad evidenziare il significato della Riforma in Italia e in Europa con una serie di iniziative molto varie: conferenze, mostre, pubblicazioni, concerti e viaggi culturali".
Una cerimonia ecumenica ha raccolto nella cappella del Decanato i tanti pastori e responsabili di chiese luterane giunti da tutta Italia e dall’estero, i rappresentanti del mondo evangelico italiano e ospiti del mondo ecumenico. In particolare, alla preghiera ecumenica hanno preso parte il vescovo Johannes Friedrich, presidente della Federazione delle chiese luterane in Germania (VELKD); Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese; Anna Maffei, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI); Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI); Daniele Garrone, decano della Facoltà valdese di teologia di Roma; Fiedmann Steck, direttore del Centro ecumenico Melantone; il cardinale Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca; mons. Sergio Goretti in rappresentanza della Commissione ecumenismo e dialogo della Conferenza episcopale italiana (CEI).
La giornata è poi proseguita con una tavola rotonda sul tema "Fede e storia", a cui sono intervenuti, oltre al già citato vescovo Johannes Friedrich e al cardinale Karl Lehmann, il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero, l’ambasciatore tedesco Michael Steiner, e Maria Antonietta Visceglia, presidente della "Società italiana di storia dell’età moderna".
Per maggiori informazioni sulla CELI vedi scheda in questo numero.
CELI/2. Una tavola rotonda su "Fede e storia"
Tra gli intervenuti, il ministro Ferrero, il vescovo luterano Friedrich e il cardinale Lehmann
Roma (NEV), 19 settembre 2007 – L’impegno sociale e politico, la guerra e la responsabilità delle religioni, l’ecumenismo: sono stati tra i temi affrontati durante la tavola rotonda "Fede e storia", organizzata a conclusione della giornata inaugurale delle nuove sedi del Decanato della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) e dell’Istituto storico germanico (DHI) in via Aurelia Antica 391. Un incontro molto vario nei punti di vista, moderato da Bernhard Wabnitz, corrispondente a Roma della rete televisiva tedesca ARD.
L’approccio da cui è partito il ministro Paolo Ferrero, di appartenenza valdese, è quello personale del cristiano impegnato nei processi di trasformazione sociale. "La tentazione a cui io, come politico, posso trovarmi esposto è di credere che l’evangelo si inveri nel mio agire politico e quindi confondere la mia azione con l’agire di Dio". Nella concretezza della storia Dio, invece, ci interroga attraverso l’immagine di Cristo morto e risorto che mette in questione ogni nostra realizzazione. "Per questo – ha concluso Ferrero – il cristianesimo non si può in nessun caso identificare con una civiltà, ma rimane annuncio profetico e universalistico".
Il tema della guerra è invece stato toccato dall’ambasciatore tedesco in Italia Michael Steiner, il quale ha riportato la sua esperienza di diplomatico coinvolto nel gruppo di lavoro per la pace nell’ex Jugoslavia. "In Bosnia e Kosovo – ha detto l’ambasciatore – il conflitto non è stato alimentato dall’odio, bensì dalla paura. Il nazionalismo ha fatto leva su questa paura trasformando il mio vicino in un estraneo e in un nemico". Il ruolo delle religioni in questo drammatico frangente storico sarebbe stato quello di restituire umanità al nemico ma, ha concluso Steiner, nessun pulpito nell’ex Jugoslavia è riuscito ad esprimersi in questo senso.
Non è mancato un riferimento all’ecumenismo, il modo in cui i cristiani dialogano tra loro nella concretezza delle loro storie e tradizioni particolari. Riferendosi al documento vaticano sulla natura della chiesa pubblicato lo scorso luglio, il moderatore Wabnitz ha interpellato il vescovo luterano Johannes Friedrich, presidente della Federazione delle chiese luterane in Germania (VELKD), e il cardinale Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca. Friedrich ha sottolineato come negli ultimi 40 anni il cammino ecumenico abbia portato a dei risultati precedentemente impensabili, risolvendo molte questioni critiche. "I nodi che oggi vengono al pettine sono effettivamente quelli più difficili da risolvere ed è importante che tutte le parti dicano chiaramente qual è la loro posizione". Il cardinale Lehmann ha ricordato come in Germania cattolici ed evangelici abbiano una collaborazione che comprende molti aspetti della vita di fede e di testimonianza. "Si tratta di un’eredità che, nonostante le difficoltà, non possiamo gettar via, ma al contrario tenere in grande onore come opera dello Spirito Santo". Ha poi concluso proponendo la figura di Mosè: "Come questo personaggio biblico lavorò tutta la sua vita in vista della terra promessa senza però raggiungerla, così noi dobbiamo impegnarci per il dialogo ecumenico anche se nella nostra vita non dovessimo vederne i frutti più significativi".
Alla tavola rotonda è inoltre intervenuta Maria Antonietta Visceglia, presidente della "Società italiana di storia dell’età moderna", con un excursus storico sui principali nodi del rapporto tra fede e storia a partire dalla prima storia della chiesa scritta da Eusebio nel IV secolo.



Sabato, 22 settembre 2007