Ecumenismo.
Un Consiglio ecumenico europeo?

di Agenzia NEV del 27-2-2008

La proposta è di Jean-Arnold De Clermont, presidente della Conferenza delle chiese europee


Roma (NEV), 27 febbraio 2008 - “Creare entro i prossimi dieci anni un Consiglio delle chiese europee che metta insieme cattolici, ortodossi e protestanti”. È questa la proposta lanciata lo scorso 21 febbraio dal pastore Jean-Arnold De Clermont, presidente della Conferenza delle chiese europee (KEK), in un intervento pronunciato durante la riunione annuale del Comitato congiunto della KEK e del Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE), tenutasi a Londra dal 21 al 24 febbraio 2008. “Il Comitato congiunto - ha dichiarato il pastore Luca Maria Negro, responsabile delle comunicazioni della KEK -, ha accolto la proposta di De Clermont con interesse e al tempo stesso con prudenza, concordando sulla necessità di avviare una riflessione sulla riconfigurazione del movimento ecumenico in Europa, che potrebbe includere un ripensamento delle strutture esistenti. D’altro lato il Comitato congiunto, essendo un organo consultivo, non potrebbe prendere decisioni in merito. Tali decisioni - ha concluso Negro - spettano rispettivamente al Comitato centrale della KEK e all’Assemblea del CCEE, che ne discuteranno prossimamente”. La proposta di De Clermont si colloca nel contesto di una valutazione comune della Terza Assemblea ecumenica europea (AEE3) convocata dalla KEK e dal CCEE lo scorso settembre a Sibiu (Romania). Attualmente esistono tre consigli ecumenici regionali (Caraibi, Medio Oriente e Pacifico) e alcuni nazionali, che coinvolgono le tre confessioni cristiane.
Il giudizio sull’AEE3 è stato ampiamente positivo, pur mettendo in luce alcuni punti critici. Al fine di mantenere viva la rete dei delegati, il Comitato congiunto ritiene necessario pubblicare gli atti dell’Assemblea, avviare una corrispondenza regolare con i partecipanti e promuovere la condivisione della ricchezza spirituale delle diverse confessioni. Lo sviluppo di un “ecumenismo spirituale” è stato una delle priorità indicate dal cardinale Jean-Pierre Ricard, vicepresidente del CCEE, “soprattutto in un’epoca in cui si rischia di essere scoraggiati dalla lentezza dei progressi ecumenici, dai passi indietro - almeno apparenti”.



Giovedì, 28 febbraio 2008