Metodisti
Conclusa a Ecumene l’annuale Consultazione delle chiese metodiste in Italia

di Agenzia NEV del 28-5-2008

Al centro dei dibattiti la dimensione missionaria della chiesa


Roma (NEV), 28 maggio 2008 - Oltre cento persone da tutta Italia - tra pastori, diaconi e rappresentanti delle chiese locali - si sono incontrate dal 23 al 25 maggio presso il centro Ecumene di Velletri per l’annuale Consultazione delle chiese metodiste italiane. Convocata dal Comitato permanente dell’Opera per le chiese metodiste in Italia (OPCEMI), la Consultazione è un’assemblea che si caratterizza come momento di incontro, di dibattito e di scambio di esperienze di una delle componenti storiche del protestantesimo italiano. Tema principale di quest’anno è stata l’ecclesiologia. “Una discussione che non abbiamo sviluppato soffermandoci sulle strutture ecclesiastiche, ma che abbiamo impostato chiedendoci qual è oggi il compito di testimonianza, missione ed evangelizzazione delle nostre chiese in Italia”, ha spiegato il pastore Massimo Aquilante, presidente dell’OPCEMI. Proprio Aquilante ha aperto i lavori di sabato mattina con una presentazione sull’esperienza del primo movimento metodista, nato nell’Inghilterra del XVIII secolo nell’ambito della chiesa anglicana, ispirato da due esigenze fondamentali: quella di un rinnovamento spirituale caratterizzato dalle istanze del Risveglio per una fede vissuta più partecipatamente dai singoli, unita a quella di un rinnovamento sociale capace di affrontare i cambiamenti e i nuovi problemi prodotti dalla prima Rivoluzione industriale. “Il metodismo si è così caratterizzato fin dalle sue origini come un movimento ecclesiatico e insieme un processo sociale che ha accompagnato le classi disagiate del tempo”, ha precisato Aquilante, sottolineando come questa dimensione missionaria, in cui preghiera e azione si fondono, continui ad essere la caratteristica peculiare dell’essere chiesa dei metodisti in tutto il mondo.
Qual è dunque la testimonianza dei metodisti in Italia? Non sono mancati, a questo proposito, momenti di scambio di esperienze tra i delegati delle diverse chiese locali. Ancora una volta è emersa l’importanza che riveste la dimensione dell’”Essere chiesa insieme”. “I metodisti provenienti da altri continenti, dall’Africa e dall’Asia in particolare, sono una realtà sempre più importante per il nostro essere chiesa oggi - ha spiegato Aquilante -. Questa Consultazione non solo ha visto la loro presenza ma anche il fattivo contributo dei loro interventi e delle loro riflessioni”.
Altro tema importante all’ordine del giorno è stato quello della formazione. Anche qui si è partiti dalla prima esperienza metodista che ha saputo coinvolgere migliaia di laici nella conduzione della chiesa, dai responsabili di piccoli gruppi locali fino ai predicatori. “Per una chiesa, soprattutto se di minoranza, la presenza nelle proprie strutture di laici impegnati è un’esigenza vitale - ha ancora spiegato il presidente dell’OPCEMI. In questo senso, la questione della formazione “quadri” non può essere sottovalutata”. La Consultazione si è conclusa domenica mattina con la celebrazione del “Culto di rinnovamento del patto”, tradizionale liturgia metodista che ricorda l’alleanza di Dio con il suo popolo.
Con 40 comunità e una popolazione di circa 5000 persone, le chiese evangeliche metodiste sono una delle componenti del protestantesimo italiano. Dal 1979 si sono integrate con le chiese valdesi in un unico sinodo, a conclusione di un lungo processo. I metodisti italiani sono presenti in oltre 80 località e in alcune grandi città (Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo). Dal 1984 i rapporti tra le chiese metodiste e valdesi e lo Stato italiano sono regolati da una Intesa (legge 449/1984), sulla base dell’articolo 8 della Costituzione.



Venerdì, 30 maggio 2008