SCHEDA
IL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE (CEC)

di Agenzia NEV del 3-9-2008

Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) è l’organismo più ampio ed inclusivo tra le diverse organizzazioni del movimento ecumenico moderno. Fondato ad Amsterdam il 22 agosto del 1948, è formato oggi da 347 chiese membro in oltre 110 paesi del mondo e rappresenta circa 560 milioni di cristiani. Il CEC comprende la maggior parte delle chiese ortodosse, numerose chiese protestanti storiche (anglicane, battiste, luterane, metodiste, riformate) e diverse chiese indipendenti: una “comunione di chiese” riunite per promuovere il dialogo e la riconciliazione fra le diverse tradizioni cristiane. I membri fondatori del CEC provengono principalmente dall’Europa e dal Nord America, ma oggi la maggior parte dei membri si trova in Africa, Asia, Caraibi, America Latina, Medio Oriente e Oceania. Fra le tradizioni cristiane che non fanno parte del CEC, ci sono la chiesa cattolica, la chiesa avventista e l’Esercito della Salvezza, che però sono membri di varie organizzazioni ecumeniche nazionali e regionali. L’Esercito della Salvezza ha relazioni fraterne con il CEC e il Vaticano collabora regolarmente con esso in diversi ambiti (principalmente tramite il gruppo di lavoro congiunto CEC-Chiesa cattolica e tramite i membri cattolici della commissione Fede e Costituzione del CEC).

Storia
Nel 1910, in occasione della Conferenza missionaria di Edimburgo, diverse chiese (soprattutto protestanti) sottolinearono la necessità di intraprendere un cammino comune per l’unità, per eliminare “lo scandalo delle divisioni” fra i credenti. Alla fine degli anni ’30 i due movimenti ecumenici Vita e azione e Fede e Costituzione, nati negli anni ’20, confluirono in un unico organismo. Nel 1938 un comitato provvisorio riunito a Utrecht pose le basi del futuro Consiglio ecumenico delle chiese, ma la fondazione effettiva del CEC fu ritardata dalla guerra e avvenne solo nel 1948. Il primo segretario generale del CEC fu l’olandese Willem A. Visser ’t Hooft, che come molti leader ecumenici del tempo si era formato nel movimento ecumenico giovanile World Student Christian Federation (WSCF), di cui era anche stato segretario generale.
Alla prima assemblea di Amsterdam parteciparono i rappresentanti di 147 chiese ortodosse, anglicane e protestanti. Da allora un crescente numero di chiese di ogni continente ha aderito al CEC, fino a giungere ai 349 membri di oggi.
Tutte le chiese membro sono rappresentate nell’assemblea, che si riunisce ogni sette anni. Dopo quella di Amsterdam nel 1948, le successive assemblee si sono svolte ad Evanston (1954), Nuova Delhi (1961), Uppsala (1968), Nairobi (1975), Vancouver (1983), Canberra (1991), Harare (1998) e Porto Alegre (2006).

Aree di lavoro
La nona assemblea del CEC a Porto Alegre ha formulato una serie di priorità per il lavoro dei sette anni successivi, istituendo in particolare sei aree programmatiche, ciascuna basata su un impegno precedente nell’area e comprendente progetti e attività specifiche. Tali aree di lavoro sono: “Il CEC e il movimento ecumenico nel XXI secolo”, “Unità, missione, evangelizzazione e spiritualità”, “Testimonianza pubblica: confrontarsi con il potere, affermare la pace”, “Giustizia, diaconia e responsabilità per il creato”, “Istruzione e formazione ecumenica”, “Dialogo e cooperazione interreligiosa”.
Per statuto, lo scopo primario del CEC è “chiamarsi gli uni gli altri all’unità visibile in un’unica fede e in un’unica comunione eucaristica”. Il CEC è per i suoi membri uno spazio di riflessione, azione, preghiera e impegno comune. Le chiese membro sono chiamate a promuovere la testimonianza comune nella missione e nell’evangelizzazione, a sostenere il rinnovamento nell’unità, nel culto, nella missione e nel servizio e ad impegnarsi come cristiani nel servire i bisogni umani, nell’abbattere le barriere tra popoli, nel cercare pace e giustizia e nel preservare l’integrità del creato.
Tra le attività del CEC, si possono citare i progetti contro il razzismo, con cui le chiese hanno sostenuto la lotta all’apartheid in Sudafrica, gli sforzi per porre fine al conflitto in Sudan o la difesa dei diritti umani in America Latina sotto le dittature militari. Il CEC è inoltre attivo nel campo della diaconia e degli aiuti umanitari soprattutto con la promozione dell’agenzia umanitaria Action by Churches Together (ACT).
La commissione Fede e Costituzione collabora con il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani nella scelta del tema dell’annuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Il CEC ha inoltre contribuito in maniera significativa al riconoscimento dell’importanza del dialogo interreligioso e dei rapporti con le altre fedi.
Tra i programmi speciali si può citare il Decennio per sconfiggere la violenza (2001-2010), lanciato dal CEC per superare lo spirito, la logica e la pratica della violenza attraverso il comune impegno come agenti di riconciliazione, pace e giustizia nelle case, nelle chiese e nelle società. La conclusione del Decennio sarà segnata da una Convocazione ecumenica internazionale per la pace, che avrà luogo dal 4 all’11 maggio 2011, con l’obiettivo di redigere una dichiarazione ecumenica sulla pace giusta.
Un’importante novità nel metodo di lavoro del CEC è stata apportata dal Comitato centrale che si è riunito a Ginevra nel febbraio 2005, poi divenuta pratica comune nell’assemblea di Porto Alegre: per la prima volta le decisioni sono state prese non a maggioranza, ma in base alla ricerca del consenso. La scelta del metodo del consenso intende rafforzare la partecipazione e l’impegno delle chiese membro, in particolare di quelle ortodosse, che si sentivano estranee alle procedure di stile parlamentare praticate in precedenza.
Ulteriori informazioni sul sito ufficiale del CEC: http://www.oikoumene.org (agosto 2008)



Lunedì, 08 settembre 2008