Dottrina sociale
L’etica e il diritto nell’economia e nella politica.

di Rosario Amico Roxas

" Papa Wojtyla mostrò fin dai primi giorni del suo illuminato pontificato di non essere disponibile ad indossare i panni del cappellano che benedice e incensa il nuovo ordine mondiale che l’Occidente stava predisponendo dopo il crollo dei regimi marxisti dell’Est".


Con la Centesimus Annus pose un segno inequivocabile del ruolo che la Chiesa avrebbe svolto. Un ruolo di aperta contestazione nei confronti di coloro i quali intendevano bandire dall’economia e dalla politica il diritto e la morale e, conseguentemente, un ruolo di difesa e di promozione dei diritti umani.
Se le prime avvisaglie sugli orientamenti del Vaticano in campo sociale avevano indispettito gli ambienti dell’alta finanza di Londra e le industrie delle armi americane che avevano appoggiato l’elezione a Presidente degli USA di Bush-padre, la pubblicazione della Centesimus Annus creò una frattura ancora più profonda tra la Chiesa e alcuni settori del capitalismo selvaggio.
La Chiesa mise le mani sulla bandiera del movimento operaio, rilanciando la necessità di un grande movimento per la libertà e i diritti della persona, riproponendo l’anticapitalismo cattolico.

Si ritrovarono, così, sullo stesso piano il marxismo e le politiche militariste che, in nome del realismo, avevano bandito dalla politica il diritto e la morale.
A questo tema si deve aggiungere la puntualizzazione contro le correnti dominanti del mondo culturale di avere separato il problema della Libertà da quello della Verità, rimproverando di non aver compreso la lezione del 1989.
E’ fuori dubbio che la Chiesa fornì un contributo determinante circa i fatti dell’89 che videro crollare i regimi dell’Est. Con quegli eventi la storia ha impartito due lezioni, che, purtroppo, non furono, e non sono ancora, ben assimilati.
La prima lezione insegnò al mondo che furono le masse dei lavoratori che de-legittimarono quell’ideologia che pretendeva parlare in loro nome.
La seconda lezione riguardò il metodo, che aveva dimostrato come sia possibile risolvere le questioni politiche più importanti, come il cambiamento radicale di un sistema, senza dover ricorrere all’uso delle armi a alle tragedie delle guerre.
In quel 1989 non fu sconfitto solamente il comunismo, ma anche il concetto stesso del militarismo; la prima guerra del Golfo, voluta unilateralmente da Bush-padre dimostrò l’arroganza dell’Occidente, rimasto unica super-potenza planetaria; le successive conseguenze che arrivano ai nostri giorni non solo altro che la conseguenza logica della usurpazione della Verità.
Per quanto riguarda le problematiche economiche, nella C. A. si prendeva atto che il marxismo era crollato, ma non era venuta meno l’alienazione nella quale vive l’uomo della società opulenta e l’emarginazione e lo sfruttamento in cui vivono intere fasce sociali e intere popolazioni.
La Chiesa non propose, con la C. A., alternative al libero mercato e al diritto alla proprietà privata, come faceva il marxismo, ma pose degli argini perché l’aspetto economico non diventi l’elemento determinante e prioritario di tutto l’agire umano rimettendo, così, al centro della storia la responsabilità etica dell’uomo.
La dottrina sociale della Chiesa, pur nella sua evoluzione lenta, ma costante, era rimasta nel limbo delle discussioni dottrinali, anche se, con la Populorum Progressio, aveva scosso molte coscienze; con Giovanni Paolo II e la Centesimus Annus è diventata patrimonio di idee e giudizi ai quali poter fare riferimento, a prescindere dalle distinzioni di religione, di nazionalità, perché parlò un linguaggio concreto e universale, programmando per la Chiesa un ruolo da protagonista nella società del terzo millennio.
L’atteggiamento di critica nei confronti di quel capitalismo che genera il consumismo sfrenato era ampiamente motivato. Se bisogna prendere atto del fallimento del marxismo, che ha lasciato un pessimo ricordo per l’oppressione della libertà, la violazione dei diritti dei lavoratori e l’inefficacia del suo sistema economico, non bisogna trascurare il pericolo di una radicalizzazione del capitalismo che non promuove lo sviluppo integrale dell’uomo ma ne privilegia lo sviluppo economico, fino al consumismo : è questo il vero tarlo del capitalismo occidentale.
La lezione di Giovanni Paolo II fu ben compresa dal prof. Romano Prodi, allora ex-presidente
dell ‘IRI, rientrato all’insegnamento universitario. Il professore-manager fornì una lunga e dettagliata interpretazione della C. A., ma non come cristiano obbediente alla parola del Pontefice, ma come tecnico capace di valutare la proiezione che l’Enciclica avrebbe avuto in ordine allo sviluppo del Magistero sociale della Chiesa.
Tutti i quotidiani italiani e molti stranieri riportarono i giudizi di Romano Prodi che mettevano chiarezza nei rapporti tra la sociologia della Chiesa e l’economia sociale del mondo occidentale; riporto alcune parti significative, tratte dal Corriere della Sera del 3 maggio del 1991, pag. 3:

" E’ l’Enciclica più aperta all’Occidente e al mercato della storia: superato il comunismo c’è il timore di un capitalismo troppo aggressivo.La Centesimus annus afferma la necessità di intervenire contro i monopoli, di non pregiudicare le libertà economiche e il commercio internazionale"
"



Mercoledì, 03 ottobre 2007