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Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano
Medellín 26 agosto - 6 settembre 1968

Messaggio ai popoli dell’America Latina

La nostra parola: segno di impegno

La Seconda Conferenza Generale dell’Episco­pato latinoamericano, ai popoli dell’America La­tina: «La grazia e la pace da parte di Dio, nostro Padre, e del Signore Gesti Cristo» (1 Cor 1,3).
Alla fine dei lavori di questa Seconda Confe­renza Generale desideriamo rivolgere un messag­gio ai popoli del nostro continente.
La nostra parola di Pastori vuole essere se­gno di impegno.
Come uomini latinoamericani, condividiamo la storia del nostro popolo. Il passato ci configura definitivamente come esseri latinoamericani; il pre­sente ci pone in una congiuntura decisiva e il fu­turo esige da noi un impegno creativo nel pro­cesso di sviluppo.

America Latina, una comunità in via di trasformazione

Oltre che una realtà geografica, l’America La­tina è una comunità di popoli con una storia pro­pria, con valori specifici e con problemi simili. Il modo di affrontarli e quello di risolverli devo­no corrispondere a questa storia, a questi valori e alla natura medesima di questi problemi.
Il continente presenta situazioni molto diverse, che però esigono tutte solidarietà. L’America La­tina dev’essere una e molteplice, ricca nella sua varietà e forte nella sua unità.
I nostri Paesi hanno conservato una ricchez­za culturale di base, connaturata di valori religio­si ed etnici, che sono fioriti in una coscienza comu­ne e hanno fruttificato in sforzi concreti verso l’integrazione.
Il loro potenziale umano, piú prezioso delle ricchezze nascoste nel loro suolo, fanno dell’Ame­rica Latina una realtà promettente e costellata di speranze. I suoi angustianti problemi, però, mar­chiano questa stessa realtà con segni di ingiusti­zia che feriscono la coscienza cristiana.
La molteplicità e complessità di tali proble­mi eccedono i limiti di questo messaggio.
L’America Latina sembra vivere ancora sotto il segno tragico del sottosviluppo che esclude dei nostri fratelli, non solo dal godimento dei beni materiali, bensí dalla loro stessa propria realizza­zione umana. Ad onta degli sforzi che si compio­no, si coniugano la fame e la miseria, le infermità di tipo massivo e la mortalità infantile, l’analfa­betismo e l’emarginazione, profonde diseguaglian­ze negli introiti e tensioni fra le classi sociali, ger­mi di violenza e scarsa partecipazione del popolo alla gestione del bene comune.

La Chiesa, la storia dell’America Latina e il nostro contributo

In quanto cristiani, crediamo che questa tap­pa storica dell’America Latina è intimamente vin­colata alla Storia della Salvezza.
In quanto Pastori, investiti di una responsabilità comune, desideriamo impegnarci, vivendo la vita di tutte le nostre popolazioni, nella ricerca tormentosa di soluzioni adeguate nei loro molte­plici problemi. La nostra missione consiste nel contribuire alla promozione integrale dell’uomo e delle comunità del continente.
Riteniamo di essere in una nuova èra storica. Essa postula chiarezza per vedere, lucidità per dia­gnosticare e solidarietà per attuare.
Alla luce della fede che professiamo come cre­denti, abbiamo compiuto uno sforzo per scoprire il disegno di Dio nei «segni dei nostri tempi». Alla nostra interpretazione, le aspirazioni e i la­menti dell’America Latina sono segni che rivelano l’orientamento del disegno divino operante nel­l’amore redentivo del Cristo, che radica queste aspi­razioni nella coscienza di una solidarietà fraterna.
Per fedeltà a questo disegno divino e per cor­rispondere alle speranze poste nella Chiesa, desi­deriamo offrire ciò che riteniamo essere piú per­tinente: una visione globale dell’uomo e dell’uma­nità e la visione integrale dell’uomo latinoame­ricano nello sviluppo.
È per questo che ci sentiamo solidali con le responsabilità sorte in questa tappa di trasforma­zione dell’America Latina.
Malgrado i suoi limiti, la Chiesa, come parte dell’essere latinoamericano, ha vissuto insieme al­le nostre popolazioni il processo di colonizzazione, liberazione e organizzazione.
Il nostro contributo non ha la pretesa di com­petere con i progetti di soluzione promossi da al­tri organismi nazionali, latinoamericani e mondia­li., né, ancor meno, di respingerli o misconoscerli. Quello che noi ci proponiamo è incoraggiare gli sforzi, accelerare le realizzazioni, approfondirne i contenuti, permeare dei valori evangelici tutto il processo di mutamento.
Desidereremmo offrire la collaborazione dei cri­stiani incalzati dalle loro responsabilità battesima­li e dalla gravità del momento. Da tutti noi di­pende rendere manifesta la forza del Vangelo che è potere di Dio (Cfr Rm 1,16).
Non siamo in possesso di soluzioni tecniche né di rimedi infallibili. Vogliamo avvertire i pro­blemi, percepire le esigenze, condividere le an­gustie, scoprire gli itinerari e collaborare nel tro­vare le soluzioni.
L’immagine nuova dell’uomo latinoamericano postula uno sforzo creativo: i poteri pubblici, pro­movendo energicamente le esigenze supreme del bene comune; i tecnici, pianificando itinerari con­creti; le famiglie e gli educatori, dettando e orien­tando responsabilità; le popolazioni, incorporan­dosi allo sforzo di realizzazione; lo spirito del Vangelo animando con la dinamica di un amore trasformante e personalizzante.

Sfida del momento: possibilità, valori, condizioni

Le nostre popolazioni aspirano alla propria li­berazione e alla propria crescita in umanità, tra­mite l’incorporazione e partecipazione di tutti alla stessa gestione del processo personalizzante.
Per questo nessun settore deve riservarsi in forma esclusiva la conduzione politica, culturale, economica e spirituale. Coloro che posseggono il potere di decisione devono esercitarlo in comu­nione con gli aneliti e le opzioni della comunità. Affinché questa integrazione corrisponda all’indole delle popolazioni latinoamericane bisognerà fare af­fidamento sui valori propri di tutte e ciascuna, senza eccezione. L’imposizione di valori e criteri estranei costituirebbe una nuova e grave aliena­zione.
Facciamo affidamento su elementi e criteri pro­fondamente umani ed essenzialmente cristiani: un senso innato della dignità di tutti, una propensio­ne alla fraternità e all’ospitalità, un riconoscimento della donna nella sua funzione insostituibile nella società, un senso sapienziale della vita e della mor­te, una certezza del Padre comune e del destino trascendente di tutti.
Questo processo esige da tutte le nostre na­zioni che esse superino le loro sfiducie, purifichi­no i loro nazionalismi esagerati e risolvano le loro situazioni di conflitto.
Riteniamo altresì inconciliabile con la nostra situazione in via di sviluppo sia lo stornare ri­sorse economiche verso la corsa agli armamenti, la burocrazia eccessiva, le spese di lusso e di osten­tazione, sia una deficiente amministrazione della comunità.
Fa parte della nostra missione denunciare con fermezza quelle realtà dell’America Latina che co­stituiscono un affronto allo spirito del Vangelo.
Ci compete altresì riconoscere e stimolare ogni positiva e profonda intenzione di superare le gran­di difficoltà esistenti.

La gioventù

In questa trasformazione, la gioventù latino­americana costituisce il gruppo demografico più numeroso e si presenta come un nuovo corpo so­ciale che, con idee e valori suoi propri, desidera creare una società più giusta.
Questa presenza giovanile è un contributo po­sitivo che devono raccogliere la società e la Chiesa.

Impegni della Chiesa latinoamericana

Durante questi giorni ci siamo riuniti nella cit­tà di Medellín, mossi dallo Spirito del Signore, per dare ancora una volta orientamento ai còm­piti della Chiesa in un’ansia di conversione e di servizio.
Abbiamo visto che il nostro impegno più ur­gente è quello di purificarci nello spirito del Van­gelo, quanti siamo, membri e istituzioni della Chiesa cattolica. Deve aver fine la separazione tra la fede e la vita, poiché in Cristo Gesù la sola cosa che conti è «la fede che opera per mezzo dell’amore» (Gal 5,6).
Questo impegno esige da noi che viviamo una vera povertà biblica, la quale si esprima in mani­festazioni autentiche, segni chiari per i nostri po­poli. Solo una povertà simile farà trasparire il Cristo, Salvatore degli uomini, e scoprirà il Cri­sto, Signore della storia (2 Cor 8,9).
La nostra riflessione ha chiarito le dimensioni degli altri impegni che, benché con modalità di­verse, saranno assunti da tutto il Popolo di Dio:

- Inspirare, incoraggiare e urgere un ordi­ne nuovo di giustizia, che associ tutti gli uomini alla gestione delle rispettive comunità;

- Promuovere la costituzione e le virtua­lità della famiglia, non solo come comunità uma­na sacramentale bensì anche come struttura inter­media in funzione del mutamento sociale;

- Dinamizzare l’educazione, per accelerare il processo di maturazione di uomini capaci di affrontare le responsabilità dell’ora presente:

- Patrocinare gli organismi professionali dei lavoratori, elementi decisivi della trasformazio­ne socio-economica;

- Incoraggiare un’evangelizzazione e una catechesi nuove e intensive che arrivino alle élites e alle masse ottenendo una fede lucida e impe­gnata;

- Rinnovare e creare nuove strutture nel­la Chiesa che istituzionalizzino il dialogo e cana­lizzino la collaborazione tra vescovi, sacerdoti, reli­giosi e laici;

- Collaborare con altre confessioni cristia­ne e con tutti gli uomini di buona volontà che siano impegnati in una pace autentica, radicata nella giustizia e nell’amore.

Il risultato concreto di queste deliberazioni e promesse lo affidiamo in forma particolareggiata e fiduciosa al documento finale che segue questo messaggio.

Appello finale

Facciamo appello a tutti gli uomini di buona volontà perché collaborino nella verità, nella giu­stizia, nell’amore e nella libertà a questo còmpito trasformativo dei nostri popoli, all’alba di una nuova èra.
In modo particolare ci rivolgiamo alle Chie­se cristiane che insieme a noi partecipano di una medesima fede nel Signore Gesù. Durante que­sta Conferenza fratelli nostri di tali confessioni cristiane sono stati fra noi partecipando ai no­stri lavori e alle nostre speranze. Insieme ad essi saremo testimoni di questo spirito di colla­borazione.
Di fronte al futuro del nostro continente, vogliamo inoltre, come un dovere della nostra co­scienza, ammonire coloro che reggono i destini dell’ordine pubblico. Nelle loro mani è una ge­stione amministrativa che, libera dalle ingiusti­zie, ad un tempo regge un ordine volto al bene comune e che pertanto può arrivare a creare il clima di fiducia e di azione necessario ai latino­americani per il pieno sviluppo della loro vita.
Per sua propria vocazione l’America Latina cercherà la propria liberazione a costo di qual­siasi sacrificio, non per chiudersi in se stessa, ma per aprirsi all’unione con il resto del mondo, dan­do e ricevendo in spirito di solidarietà.
Riteniamo particolarmente decisivo a tal fine il dialogo con i popoli fratelli di altri continenti che versano in situazioni simili alle nostre. Uniti nel cammino delle difficoltà e delle speranze, po­tremo arrivare a far sì che la nostra presenza nel mondo sia di portata definitiva per la pace.
Ad altri popoli che hanno già superato gli ostacoli in cui noi ci imbattiamo oggi, ricordia­mo che la pace si fonda sul rispetto della giusti­zia internazionale. Giustizia che, a sua volta, ha il suo fondamento e la sua espressione nel rico­noscimento dell’autonomia politica, economica e culturale dei nostri popoli.
Per finire, speriamo nell’amore di Dio Padre, che ci si manifesta nel Figlio ed è diffuso nei no­stri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci unisca ed animi sempre l’azione per il bene co­mune (Cfr Rm 5,5).
Speriamo così di essere fedeli agli impegni che abbiamo contratti in questi giorni di riflessione e di preghiera comunitaria, per apportare la piena ed effettiva collaborazione della Chiesa nel pro­cesso di trasformazione che la nostra America sta vivendo.
Speriamo altresì di essere ascoltati con com­prensione e buona volontà da tutti gli uomini con i quali abbiamo in comune uno stesso destino e una stessa aspirazione.
Mettiamo sotto la protezione di Maria, Madre della Chiesa e patrona delle Americhe, tutta la nostra fatica e questa stessa speranza affinché si anticipi fra di noi il Regno di Dio.

Abbiamo fede:

in Dio,
negli uomini, nei valori
e nel futuro dell’America Latina.

«La grazia del Signore Gesù Cristo, la carità di Dio e la comunicazione dello Spirito Santo sia con tutti voi» (2 Cor 13,13).

Medellín, 6 settembre 1968


(ripreso da “Quaderni Asal” 11-12/1974)

Articolo tratto da:

FORUM (98) Koinonia

http://www.koinonia-online.it



Martedì, 03 giugno 2008