Testi, preghiere, interventi sulla teologia della liberazione

LA MIA CHIESA È USCITA DALLA SACRESTIA

 

Sicuri di far cosa gradita, abbiamo ripreso liberamente da "America Latina in Preghiera" il canto di un latinoamericano alla sua Chiesa. Dopo il Concilio, una "nuova Pentecoste" ha investito le Chiese dei sei continenti vivificandole e trasformandole dal di dentro. Guidata dallo Spirito, ogni Chiesa ha vissuto il post-Concilio in maniera diversa. Quella dell’America Latina ha conosciuto e conosce tuttora la persecuzione e il martirio.

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La mia Chiesa è uscita dalla sacrestia.

E ha smesso di accendere candele,

e di "leggere il Vangelo"

sulle teste dei bambini

come se fosse un vaccino;

di pretendere primizie

e primizie della terra

da coloro che non hanno

né terre né primizie.

Ha smesso di preparare l’uomo

solo per l’aldilà.

Ed è uscita fuori

alla ricerca dei "lontani"

("se amate coloro che vi amano,

che ricompensa avrete?")

fuori dal suo ambiente.

Facendo rilettura del Vangelo

ha scoperto che la Parola

è la voce di chi non ha voce,

è la forza di chi non ha forza.

Ha capito che doveva fare la scelta

per l’"altro", il "lontano".

Ed è andata a cercarlo nei campi,

nelle piantagioni, nelle fabbriche,

nelle segherie, nelle officine, nei mercati.

E lo ha coscientizzato.

Gli ha insegnato che è un essere umano,

creato ad immagine di Dio;

che deve unirsi agli altri umani

perché l’unione è forza irresistibile

contro gli sfruttatori e gli oppressori.

E poco a poco, "l’altro" ha cominciato

ad alzare la testa,

a sentirsi uomo, a farsi rispettare.

Per questo, la mia Chiesa

ha conosciuto la persecuzione:

l’hanno accusata di essere sovversiva,

di voler fare la rivoluzione,

di predicare l’odio, la violenza,

e la lotta di classe.

Hanno perseguitato numerosi suoi figli.

Alcuni li hanno assassinati,

altri torturati,

altri ancora li hanno mutilati, sfigurati,

imprigionati, espulsi,

fatti sparire.

Allora è cominciato il martirologio

moderno della mia Chiesa:

Hector Gallegos, Rutilio Grande,

Tito Lima, Maria Magdalena Henriquez,

Carlos Mugica, Ivàn Betancourt,

Erique Angelelli, Oscar Arnulfo Romero.

E altri ancora.

E sono apparsi i Profeti Minori

dell’America Latina:

Hélder Camara, Leonidas Proaño,

Gustavo Gutierrez,

Sergio Mendez Arceo.

E altri e altri ancora.

E questi e tutti gli altri

hanno rinvigorito la mia Chiesa

nel cammino verso la Liberazione.

Il prezzo è stato ed è tuttora alto:

molto sangue è stato sparso.

Corpi sono stati fatti a pezzi.

E poi, passaporti ritirati,

articoli sui giornali,

libri pubblicati,

programmi alla radio e alla televisione

contro la mia Chiesa.

Ed essa, poveretta,

sempre tentata di tornare indietro,

di rintanarsi di nuovo in sacrestia.

Di benedire ancor con l’acqua santa,

distribuire ancora medagliette…

Ma poi si ricordava del suo Sposo,

trattato pure Lui da sovversivo,

da agitatore, da rivoluzionario

("se hanno perseguitato me,

perseguiteranno anche voi").

Lui è stato assassinato,

ma non il suo messaggio.

Hanno ucciso molti figli della mia Chiesa

ma non la Buona Novella che portavano.

La mia Chiesa continua la sua strada.

E l’uomo sarà libero:

lascerà dietro a sé la schiavitù,

la miseria, la disperazione.

E la mia Chiesa,

incompresa, criticata, ostacolata,

sarà salvezza per chi l’ama,

per altri perdizione.

Ingiuriati, perseguitati, ma cantando,

io, la mia Chiesa e i "lontani"

cerchiamo "cieli nuovi e terre nuove",

camminiamo verso la Liberazione.

 

 "Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996