Testi, preghiere, interventi sulla teologia della liberazione |
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SCOPRIRE
DIO NELLE CONTRADDIZIONI DELLA VITA Anno C - 18 marzo
2001 - III Domenica di Quaresima Es 3,1-8.13-15;
Sal 103 (102); 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13,1-9 |
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Le omelie di Leonardo Boff |
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"Se
non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo"
Il testo di Luca riconosce talmente tanto la
centralità della conversione che per due volte dice: "se non vi convertite, perirete
tutti allo stesso modo". L'evangelista Luca presenta due situazioni di sfida: una
catastrofe naturale com'è il crollo imprevisto e certamente non intenzionale di un'opera
pubblica, una torre, destinata al bene comune; e un disastro storico, il massacro promosso
intenzionalmente e machiavellicamente dal governatore romano, in nome del potere e
dell'ordine pubblico. La teologia dell'epoca vedeva in questi avvenimenti un castigo delle
vittime. Gesù si distanzia e critica tale interpretazione. Per lui, tali eventi sono
richiami alla riflessione, inviti alla conversione e alla ricerca di Dio.
Sicuramente non è facile scoprire Dio nelle
contraddizioni della vita come in questo caso. Ma è opera della fede viva cercare
continuamente il disegno di Dio nei cammini della storia. Oggi la grande sfida è questa:
come vedere Dio nei milioni e milioni di emarginati dai processi sociali, di disoccupati
strutturali, di esclusi dal movimento della globalizzazione? La conversione consiste nel
tentare di cambiare questa realtà a partire dalla fede nel Dio del Regno, a partire dal
Dio che ascolta il clamore che viene dalla Terra, a partire dalla solidarietà umana
minima. Dio viene negato in questo processo disumano. La fede in Dio significa la forza
dell'impegno contro questa anti-storia. Non è una fede che riposa nella contemplazione,
ma che cerca la trasformazione affinché l'anti-Regno sia superato dalla presenza dei semi
del Regno, fatti di giustizia sociale, di solidarietà, di preservazione della Casa
Comune, la Terra. Attraverso la conversione la fede conquista efficacia storica.
La parabola del fico sterile raccontata da
Gesù è un'indicazione della necessità di questa efficacia storica. Non basta che ci sia
il fico. Esso rappresenta il dono di Dio, il popolo eletto, il Regno offerto. È urgente
che esso dia frutti. E dà frutti se c'è una terra fertile e se gli esseri umani lo
curano, cioè se c'è conversione. Se è sterile, perché occupa terra? Sarà tagliato.
Così l'essere umano: deve impegnarsi a modificare la sua realtà da cattiva in buona.
Può fallire. Anche così Dio gli concede più tempo e gli offre altre chances. È qui che
si rivela la pedagogia divina, che non è rigida come quella dei farisei, ma si fonda
sulla magnanimità e la misericordia. Come dice il salmo 103 (102): "Il Signore come
un padre ha compassione per i figli perché Egli conosce la nostra natura e si ricorda che
siamo polvere" (v. 13-14). Non ci abbandona mai, ma non funziona come tappabuchi:
vuole la nostra collaborazione e adesione. Il Regno - il nuovo mondo da costruire - è
dono di Dio ma anche conquista umana. In questa sinergia si costruisce il Regno, fra
offerta e conversione.
I cristiani oggi non sono chiamati solo a
costruire sempre di nuovo la Chiesa come comunità di fedeli. Ma, essendo Chiesa, a
costruire insieme a quanti lavorano nella messe del Regno (sempre più grande che la
Chiesa) un mondo globalizzato dentro il quale tutti possono entrare, dove ci sia
venerazione del Creato, amore fra tutti e relazioni giuste almeno per permettere a tutti
una vita onesta.
"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi
Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996