Culto di apertura del Decennio ecumenico

 

Vincere la violenza

La pace si può

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Il 4 febbraio 2001, nella «Gedächtniskirche» di Berlino, si terrà un culto che segnerà l’apertura del Decennio «Vincere la violenza», proposto dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Pubblichiamo qui di seguito una traduzione della versione francese dell’ordine del culto, che è stata adattata per essere utilizzata nelle parrocchie e nel gruppi locali. Ogni chie­sa è quindi Invitata a farne liberamente uso, adattandola alla propria situazione.

(Traduzione dal francese di J.-J. Peyronel)

 

Introduzione

Il Cec ha lanciato un appello ad osservare un Decennio «Vincere la violenza» dal 2001 al 2010, insieme all’Unesco che ha proclamato questi stessi anni «Decennio internazionale per una cultura della pace e della nonviolen­za a favore dei bambini del mondo». Il De­cennio si rivolge a tutti e chiama ciascuno:

Molte chiese, gruppi e parrocchie hanno deciso di partecipare al Decennio. Questo sarà lanciato domenica 4 febbraio 2001 a Ber­lino, nel quadro della sessione del Comitato centrale del Cec, con questa celebrazione ecumenica. Le chiese e parrocchie locali sono invitate ad adattare questa liturgia secondo i loro bisogni e le loro possibilità.

 

Saluti

 

Fratelli e sorelle in Cristo,

siamo riuniti per un momento di pausa, per prendere coscienza della nostra apparte­nenza al movimento ecumenico mondiale. In tutto il mondo sta crescendo l’inquietudine per la violenza in continuo aumento che op­pone individui, popoli e religioni. Ogni gior­no ci giungono notizie dl guerre e Informa­zioni concernenti la violenza fatta alle donne, ai bambini e agli stranieri. La costante bruta­lità dei video, dei film e della televisione ci in­duriscono. Siamo sconvolti dagli eventi vio­lenti che si verificano Intorno a noi, nei nostri quartieri e nelle nostre regioni. Il Consiglio ecumenico delle chiese chiama ad osservare un Decennio «Vincere la violenza» a partire da quest’anno. Questa celebrazione segna l’inizio della nostra partecipazione a questo Decennio. Siamo invitati a costruire una nuo­va cultura della pace.

La violenza assume molte forme, le sue vit­time e i suoi autori sono diversi. Il Cec ci pro­pone dl porre al centro di questa celebrazio­ne i bambini, le sofferenze che patiscono per via della violenza diretta o indiretta, spiritua­le o strutturale.

Quelli che sono vulnerabili, i piccoli, quelli che non hanno né voce né sostegno, non contano nella società dei potenti che viene rafforzata dalla mondializzazione dell’econo­mia. Gesù si è opposto a questo tipo di logica. Durante questa celebrazione, nomineremo dei bambini che soffrono e daremo loro un volto. I cristiani e l’intera società devono ri­cordarsi I nomi di coloro che subiscono l’in­giustizia. Durante questa celebrazione, ascol­teremo il lamento delle vittime, prenderemo coscienza della nostra propria partecipazione alla storia della violenza, Poi ascolteremo il messaggio del perdono che ci libera dalla no­stra complicità con la violenza e ci incoraggia a diventare messaggeri di pace, a manifestare segni di vita per vincere la violenza per mez­zo di una catena di luce.

 

Preludio musicale

 

Benedetto sia il nostro Dio, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

 

Lamento

 

«Si è udita una voce a Rama/ un lamento, un pianto amaro;/ Rachele piange i suoi fi­gli;/ lei rifiuta di essere consolata dei suoi fi­gli,/ perché non sono più» (Geremia 31,15)

 

Lamento musicale

 

«Ecco, io grido: Violenza! E nessuno rispon­de;! Imploro aiuto, ma non c’è giustizia!» (Giobbe 19, 7)

 

Lamento musicale

 

«Ricordati che il nemico ha oltraggiato il Si gnore/ e che un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome./ Non abbandonare alle belve la Vita della tua tortora,/ non dimenticare per sempre il gregge dei tuoi poveri afflitti!/ Abbi riguardo al patto,/ poiché i luoghi tenebrosi della terra sono pieni di covi di violenza. / L’oppresso non se ne torni confuso;/ fa’ che il misero e il povero lodino il tuo nome./ Ergiti o Dio, difendi la tua causa» (Salmo 74,19-22)

 

Lamento musicale

 

Signore, ricordati

Signore, ricordati

 

L’oppresso non sia più disonorato

L’oppresso non sia più disonorato

 

Signore, alzati

Signore, alzati

 

Processione con la croce e con candele

 

Lamento musicale

 

Durante la musica viene portata una cande­la per ognuno dei bambini che verranno no­minati durante la celebrazione. A Berlino, i nomi dei bambini morti in seguito a violenze saranno pronunciati nel corso dl una veglia che avrà luogo alla vigilia della celebrazione. Alcuni dei bambini verranno nominati a que­sto punto della celebrazione. Verranno men­zionati il loro nome, il loro paese e la causa della loro morte. L’assemblea dirà il responso. È importante mostrare la diversità degli aspet­ti della violenza che subiscono oggi i bambini.

 

Responso dell’assemblea

 

Dio di misericordia, ricordati dl questi bambini

 

Inno (Salmo 130)

 

(Durante questo Inno viene portata una Bibbia e l’icona di Santo Stefano)

 

Lettura del libro degli Atti: Atti 7, 54-8,1

 

Appello al pentimento

 

Saulo, il futuro apostolo Paolo, era con co­loro che hanno lapidato Stefano, il primo martire cristiano, Assistendo a quel delitto, Saulo era convinto di compiere un’opera san­ta e buona, I cristiani portano la pesante ere­dità di una storia durante la quale hanno par­tecipato alla violenza o l’hanno tollerata pas­sivamente, con le migliori ragioni. Capita che vittime e oppressi diventino a loro volta dei boia, A volte siamo noi ad iniziare atti di ag­gressione, di violenza, di intolleranza, o a fe­rire gli altri, o ad esserne i testimoni passivi e ad approvarli.

Fratelli e sorelle in Cristo, potremo vincere la violenza solo se prenderemo coscienza del­la violenza che si nasconde in ognuno di noi. Questo riguarda la maggior parte di noi. Nel silenzio cerchiamo di nominarla.

 

Inno di confessione

 

Due chiese, una a Coventry (Gran Breta­gna), l’altra a Berlino (Gedächtniskirche), sono state bombardate durante la seconda guerra mondiale. Con un gésto di riconciliazione notevole, i tedeschi hanno aiutato a ri­costruire la cattedrale di Coventry e fino ad oggi, nelle due chiese, ogni venerdì a mezzogiorno viene detta una preghiera. Il responso è una preghiera di Gesù: «Padre, perdona».

Di fronte all’odio che porta la divisione: tra le nazioni, le etnie, le classi sociali

 

Padre, perdona

 

Di fronte alla cupidigia che spinge indivi­dui e nazioni a volere possedere ciò che non gli appartiene.

 

Padre, perdona

 

Di fronte all’avidità che sfrutta il lavoro umano e spreca le risorse della terra.

 

Padre, perdona

 

Di fronte alla nostra invidia del benessere e della felicità altrui.

 

Padre, perdona

 

Di fronte alla nostra indifferenza nei con­fronti delle situazioni angosciose che vivono i prigionieri, i senzatetto, i rifugiati.

 

Padre, perdona

 

Di fronte alla lubricità che usa come oggetti i corpi di uomini, donne e bambini,

 

Padre, perdona

 

Di fronte all’orgoglio con il quale poniamo la nostra fiducia in noi stessi e non in Dio,

 

Padre, perdona

 

«Siate benevoli e misericordiosi gli uni ver­so gli altri, perdonatevi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati In Cristo» (Efesini 4,32)

Annuncio del perdono

 

Ascoltiamo la buona notizia:

Lettura di Efesini 2, 14-17 e di Isaia 52,7

 

Amen

 

Inno (Dona nobis pacem)

 

Lettura dell’Evangelo: Matteo 5,43-48 (Eventuale predicazione)

 

Preghiere per i nemici (tradiz. Ort. orientale)

 

O  Cristo, nostro Dio, tu hai pregato per co­loro che ti hanno crocifisso, e chiedi a noi, tuoi servitori, di pregare per i nostri nemici, di perdonare a coloro che ci odiano e ci oppri­mono. Signore, per la tua grazia e per il tuo amore per l’umanità, cambia le loro vite affin­ché, anziché commettere il male e atti di cat­tiveria, essi si mettano ad amare il loro prossi­mo e a condurre una vita piena di bontà, Che nessuno di loro perisca per causa nostra, ma che possiamo piuttosto essere salvati insieme per mezzo della penitenza. Te ne preghiamo:

Signore, ascoltaci, abbi pietà di noi.

 

Kyrie eleison

 

Aiutaci Signore a ubbidire, nella misura del possibile, al tuo comandamento di amare i nostri nemici e di fare del bene a coloro che ci odiano. Te ne preghiamo: Tu che sei la com­passione, trasforma le astuzie dei nostri nemi­ci in atti di amore e di riconciliazione; volgi i loro pensieri verso di te e verso la tua santa chiesa, affinché non periscano commettendo il male. Te ne preghiamo, Signore dì ogni compassione, ascoltaci, abbi pietà di noi.

 

Kyrie eleison

 

Signore, così come Stefano, il tuo primo martire, ha pregato per coloro che lo stavano uccidendo, anche noi veniamo a te nella pre­ghiera e con lui ti imploriamo: Signore, Dio del soccorso e della Sollecitudine, non conta­re il peccato dei nemici che ci odiano e ci op­primono ma perdona loro secondo la tua grande misericordia, abbi pietà di loro, da’ lo­ro il desiderio del pentimento; cambia la loro vita affinché non periscano per causa nostra, ma che per tua grazia trovino la salvezza.

 

Ti preghiamo inoltre dl avere pietà di noi; proteggici con la potenza del tuo braccio e li­beraci dalla loro cattiveria e dalla loro op­pressione.

Te ne preghiamo, Signore onnipotente, ascoltaci, abbi pietà dl noi.

 

Kyrie eleison

 

Signore nostro Dio, Dio dl compassione, Dio d’amore, vedi i nostri cuori mancanti dl amore e di unità, imprigionati nelle spine dell’odio e del peccato. Che una goccia della grazia del tuo Spirito Santo cada su di noi af­finché produciamo un raccolto abbondante di atti di bontà e che viviamo insieme nell’amore e nell’unità. Per la grazia del tuo Spirito Santo, fa’ sciogliere l’odio che abita in noi e riscalda 11 nostro cuore con la fiamma del tuo amore e con l’amore del prossimo. Ti Imploriamo, Signore di ogni bontà, ascoltaci, abbi pietà.

 

Kyrie eleison

 

Padre Nostro

 

Inno

 

Visione di pace

 

In comunione con quello che vivono le vit­time della violenza,

insieme sul cammino che Gesù Cristo ci in­dica,

forti della testimonianza dei nostri Padri e Madri nella fede

siamo uniti,

siamo riconciliati.

Ci diamo coraggio gli uni agli altri per mez­zo della croce del Cristo.

Con tutta la comunità ecumenica delle chiese,

ci impegniamo a lavorare per una cultura della nonviolenza,

a vincere la violenza che incontriamo nella nostra vita quotidiana.

Insieme, siamo portati dalla visione della chiesa una

del popolo di Dio in cammino.

Un popolo che contesta ogni separazione di razza, di sesso, di età o di cultura

che si sforza di operare per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato.

Troppi bambini hanno subito la violenza!

Aspettiamo ardentemente la venuta del giorno in cui si realizzerà la profezia di Mi­chea: «Dalle loro spade fabbricheranno vo­meri, dalle loro lance, roncole; una nazione non alzerà più la spada contro l’altra / e non impareranno più la guerra» (Michea 4, 3).

La croce del Cristo è il rifugio di coloro che sono afflitti e feriti,

è fonte di riconciliazione,

è il luogo in cui tutti siamo uniti gli uni agli altri con il legame della pace.

La potenza della croce porrà dei limiti alla violenza e la trasformerà.

Diremo insieme una vecchia preghiera del­la tradizione ortodossa etiopica.

Uniremo le nostre voci a quella dei cristiani di ogni tempo e di ogni luogo, nel movimento ecumenico mondiale.

Ci impegniamo sulla via della croce e chie­diamo la forza di camminarci.

 

Affermazione

 

La croce è il cammino di coloro che sono per­duti.

La croce è il bastone degli zoppi.

La croce è la guida dei ciechi.

La croce è la forza dei deboli.

La croce è la speranza dei disperati.

La croce è la libertà degli schiavi.

La croce è l’acqua che annaffia i semi.

La croce è il vestito di colui che è nudo.

La croce è la guarigione dei feriti.

La croce è la pace della Chiesa.

 

Inno

 

Amici del Cristo, siete invitati ad impe­gnarvi personalmente a favore della riconci­liazione. Quali sono i passi che Dio vi chiede di fare oggi per costruire la pace? Durante l’inno siete invitati a venire vicino alla croce o all’icona di Santo Stefano e ad esprimere il vostro impegno ad alta voce o in silenzio. Se­guendo la vostra tradizione, potete o toccare la croce o venerare l’icona di Santo Stefano. Riceverete una croce della Liberia; è fatta di una pallottola che è stata trasformata in una croce, uno strumento di violenza diventato segno di salvezza. Che questa croce vi ac­compagni e vi ricordi ciò che Dio attende da voi durante questo Decennio.

Ascoltiamo l’apostolo Paolo: «Se uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuo­ve. E tutto questo viene da Dio che ci ha ri­conciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione» (lI Corinzi 5, 17-18)

 

Inno

 

Benedizione

 

 

"Il Dialogo - Periodico di Monteforte Irpino" - Direttore Responsabile: Giovanni Sarubbi

Registrazione Tribunale di Avellino n.337 del 5.3.1996