Un'analisi del voto del 4 marzo

di Carlo Castellini

ERNESTO MIRAGOLI GIORNALISTA PUBBLICISTA E TITOLARE DEL SITO WWW.WEBALICE.IT RISPONDE ALLE DOMANDE DI CARLO CASTELLINI PER IL DIALOGO.


La nuova mappa politica dell'Italia scaturita dal voto del 4 marzo, ci indica con il colore azzurro l'Italia settentrionale, della Lega e della destra, con il colore giallo l'Italia meridionale e insulare: cosa è successo?
E' scomparsa l'unità d'Italia?
Non è più quella di prima?
Penso che l’unità d’Italia ci sia stata più nella testa di Cavour, Garibaldi, Mazzini e pochi altri patrioti che nel cuore degli italiani che vi hanno aderito in massa (i famosi plebisciti) grazie - appunto – alla forza persuasiva della massa.
Goffredo Mameli aveva ben fotografato la situazione quando scrisse le parole di quello che poi avremmo adottato come inno nazionale: “Noi siamo da secoli dispersi e derisi perché non siam popolo, perché siam divisi”. Auspicava che un’unica bandiera ed un’unica speranza ci unissero. Per quanto riguarda la bandiera ce l’abbiamo fatta, ma per quanto riguarda la speranza che avrebbe fatto da motore per aiutarci a camminare verso l’unica meta, quella di sentirci un popolo come si sentono i francesi, i tedeschi, gli inglesi…, di strada ne abbiamo fatta ben poca e non mi pare che abbiamo voglia di farne perché appena uniti ci siamo divisi fra terroni e polentoni ed ora terroni e polentoni sono uniti contro i negri che invadono le coste. Ti prego: lascia il termine “negri” e non edulcorarlo con “neri” o “gente di colore” perché non uso “negro” in senso dispregiativo, ma per quel che la parola significa da sempre.
So di apparire pessimista, ma penso che ci sentiamo popolo solo quando la nostra squadra nazionale gioca una partita di pallone...per il resto continuiamo a marciare divisi verso l’improbabile meta del sentirci popolo. Meta che non raggiungeremo mai perché se possiamo evadiamo le tasse che servirebbero per mantenere lo Stato; cerchiamo di saltare la fila ricorrendo all’amico che lavora nella pubblica amministrazione; raccomandiamo nostro figlio per un concorso…ecc.ecc.ecc.
Non mi convincono neppure le tesi che ci sentimmo popolo nella prima e seconda guerra mondiale e durante la Resistenza, ma vengo alla tua riflessione/domanda: l’Italia non è più quella di prima?
No, decisamente no.
L’Italia del 3 marzo è diversa da quella del 5 marzo 2018 perché c’è stato un popolo che ha detto una cosa sola: basta alla casta.
Se, solo per un momento, non teniamo conto della legge elettorale che la casta si è fatta a proprio uso e consumo e guardiamo lo stivale come hai indicato tu, ci accorgiamo che c’è un popolo che ha votato due partiti/movimenti che hanno fatto dell’anticasta la loro bandiera: la Lega e il M5S.
La Lega ha fatto parte della casta per trent’anni ma ha saputo cavalcare la protesta di lombardi e veneti che non ne possono più di tasse ed immigrati, M5S ha iniziato a proporsi con il famoso “vaffa”e adesso ha colto i frutti perché milioni di cittadini l’hanno votato.
Credo che i milioni di cittadini che hanno votato Lega e M5S non siano tutti leghisti e pentastellati della prima ora, convinti delle istanze che i due partiti portano avanti, ma abbiano cercato di mandare un segnale chiaro: così non vogliamo più andare avanti.
ILVO DIAMANTI: ”Queste elezioni costituiscono un passaggio d'epoca: hanno rivoluzionato i rapporti tra i partiti e la geografia del Paese. Tu cosa pensi?
Assolutamente d’accordo con Diamanti. Ho letto la sua dichiarazione e la condivido.
I partiti – se sono onesti (sic!) – non possono più pensare di arrangiarsi a gestire la cosa pubblica come si fa dai tempi della Dc in poi dove la massima che ispirava ogni azione politica era: “Io do una cosa a te e tu dai una cosa a me”.
La riprova è che ora sono alle corde come un pugile suonato, il Pd più di tutti.
Ma anche la geografia del Paese ha subito una rivoluzione: M5S è riuscito a riunire per la prima volta – dai tempi della vecchia Dc – il Nord con il Sud coinvolgendo il centro in nome della lotta alla casta. La Lega ha fatto il pieno nel lombardo-veneto facendo leva su tasse e immigrati. Coup de theatre magnifico di Salvini che è riuscito a far eleggere un negro come senatore!
MICHELE SERRA:”Dal 4 marzo, milioni di sinistra sono anime senza corpo; è vero siamo all'anno zero, ma proprio da qui dobbiamo ripartire.
Come giudichi i risultati della sinistra in genere?
Quali le lezioni da assimilare?
La sinistra come l’intendo io non c’è più da tempo. Renzi è stato il becchino di un corpo che era tenuto in vita da una respirazione bocca a bocca che molti cittadini come me gli hanno fatto dalla stagione dell’Ulivo in poi.
Ci siamo stufati di farlo già da quando Bersani non è riuscito a fare un governo dopo aver vinto – seppure di misura – le precedenti elezioni e ha accettato che i suoi parlamentari prima impallinassero Prodi per la Presidenza della Repubblica e poi votassero Letta che è stato vittima del becchino nazionale che l’ha sepolto dopo pochi mesi senza che nessuno del Pd avesse uno scatto d’orgoglio.
Al contrario di Michele Serra direi che la sinistra ha ancora qualche corpo, ma non ha più l’anima da un bel pezzo.
La sinistra era il punto di riferimento di chi pensa ad uno Stato che guarda ai più deboli, a chi non ce la fa, a chi ha bisogno, ma i governi cosiddetti di sinistra non hanno saputo cogliere le istanze di novità che la società andava proponendo sempre più vorticosamente e si sono adagiati sulle pretese di pareggio di bilancio dell’Europa, sui condizionamenti di Confindustria, sui pareri dei Sindacati che hanno continuato a perdere iscritti e via elencando. La sinistra ha tollerato pensioni da favola di parlamentari e boiardi di stato e non ha fatto nulla per chi deve campare con meno di 500 euro al mese; la sinistra non ha diminuito di un euro le tasse di artigiani e commercianti; la sinistra ha riformato una scuola che non forma; la sinistra (con quella roba che è un po’ destra) ha pasticciato una legge elettorale che ha reso ingovernabile il Paese, la sinistra ha accettato che l’Europa imponesse vincoli di bilancio; ha dilazionato l’età pensionabile creando problemi a lavoratori e giovani disoccupati…non vado avanti perché se no annoio.
Quali lezioni assimilare?
Una sola: tornare ad essere “sinistra” che non significa comunismo asservito alla grande madre Russia, ma movimento politico che guarda la società tutta intera e propone soluzioni per i più deboli, Per far questo, però, occorre che si studi, che si abbia una filosofia che – a sua volta – elabori una politologia…vedi qualche segnale in questa direzione? Io, no.
Gli elettori questa volta, al di là dei soliti orientamenti ondivaghi su risultati ed astensioni, hanno dato una risposta chiara ed inequivocabile, senza incrinature e distinguo: per questa parte del paese, l'unica soluzione possibile sembrano essere i Cinque stelle: vero? Falso ? O né vero, né falso?
Vero, ma iuxta modum. Possono essere M5S, ma anche centrodestra. Di sicuro non il centrosinistra.
Come ho detto prima non tutti quelli che hanno votato M5S l’hanno fatto con convinzione, ma hanno scelto il meno peggio. Moltissimi hanno detto: ha governato il centrodestra e siamo andati in pappa, ha governato il centrosinistra e siamo ancora in pappa. Proviamo questi che non hanno mai avuto il potere. Chissà che non cambi davvero qualcosa!
E che cos’è questo qualcosa?
Ma la qualità della vita, perbacco!
Il potere d’acquisto diminuisce sempre più mentre salgono il costo della vita, le tasse, la disoccupazione over 50 e giovanile. I servizi sociali sono sempre più asfittici. I corrotti non sono puniti. La microcriminalità si diffonde. Succede un terremoto e dopo due anni c’è ancora gente in container! Basta!
Il pieno dei voti pentastellati da quale area politica, culturale e geografica provengono? Da destra ? E in che misura? Da sinistra? Quanti e perchè?
A mio modesto avviso è il popolo che votava a sinistra che ha travasato i voti in M5S.
Non saprei dire percentuali precise, ma penso che solo un 10% di chi votava centrodestra abbia dato fiducia a Di Maio, il resto viene da chi è stato deluso dalla sinistra o ha votato Di Maio contro Renzi che, diciamolo chiaramente, ha fatto di tutto per farsi votare contro.
Il motivo?
Ha (s)governato senza essere eletto. Ha imposto una riforma costituzionale che è stata sonoramente bocciata e non ha saputo ritirarsi. Ha preteso posti e prebende per i suoi fedelissimi. Ha fatto promesse che non ha saputo mantenere. Ha trattato con Berlusconi. Ha preteso di fare riforme senza considerare le implicazioni conseguenti a leggi fatte a colpi di richiesta di fiducia… Il popolo che guardava a sinistra ha avuto una chance con Liberi e Uguali, ma non si è fidato perché hanno imbarcato gente “vecchia” che si è staccata dal Pd solo perché c’è Renzi.
Perchè le conseguenze del voto potrebbero essere epocali sia per l'Italia che per l'Europa?
I risultati elettorali delle altre nazioni europee hanno influito almeno in parte sull'esito elettorale della nostra consultazione?
Parto dalla seconda domanda: a mio avviso gli esiti delle consultazioni elettorali di altre nazioni non hanno minimamente influito sul voto del 4 marzo perché la maggioranza di noi non segue le vicende politiche di altre nazioni.
Le conseguenze di questo voto potrebbero essere epocali sia per il nostro Paese che per l’Europa perché la classe politica scaturita da queste urne è in buona parte rinnovata. C’è un’alta percentuale di eletti che per la prima volta varca le soglie di Montecitorio o di Palazzo Madama.
E qui a me si apre un grande dubbio.
Ricordi il movimento politico “L’Uomo Qualunque” di Giannini?
Non dico che era animato dagli stessi ideali di M5S, ma quasi.
Anche Giannini fece il pieno, ma poi s’annacquò e si estinse perché i suoi parlamentari si fecero adescare dai vecchi marpioni della politica che fagocitarono uomini e ideali e chi votò “L’uomo qualunque” fu prestamente definito “qualunquista”.
Non vorrei che succedesse ancora!
Possiamo parlare di un voto di protesta o quasi di transizione?
Visto lo stallo politico e ripetitivo in cui ci eravamo cacciati?
O cosa ci fanno prevedere questi primi movimenti di tentativi di dialogo molto camuffato?
Bella domanda!
Secondo me è voto di protesta e di transizione.
Voto di protesta per i motivi che ho detto sopra, ma anche voto di transizione perché dipenderà da come M5S e Lega gestiranno i consensi ricevuti.
La Lega – come sai – era in caduta libera dopo le storie poco edificanti di cui si resero protagonisti Umberto Bossi e il suo cerchio magico, ma – grazie a Salvini – ha saputo rimontare e quasi quadruplicare i consensi.
M5S è sempre stato in ascesa, ma non ha mai voluto sporcarsi le mani a livello nazionale.
Sia Salvini che Di Maio (o Grillo? O Casaleggio?...non saprei…) adesso hanno una responsabilità grave: non deludere chi ha dato loro fiducia, vuoi convintamente, vuoi per protesta, vuoi perché qualcuno ha votato quello che riteneva il meno peggio.
In ogni caso questo voto ha fatto uscire la casta dallo stallo politico. I vecchi marpioni sanno che non possono più contare su inciuci, su “do ut des”, su “diciamo una cosa e facciamone un’altra”.
A me non pare che attualmente siano in essere tentativi di dialogo camuffato. Mi sembra che per adesso si dicano poche cose e anche queste alla luce del sole.
I politici tradizionali e di professione hanno troppo sottovalutato il movimento di BEPPE GRILLO: ma i risultati sembrano ridare forza e ragione alle loro “ragioni”, o sono solo sussulti emotivi di una cattiva digestione del sistema politico tradizionale? Cosa pensi?
Sicuramente penso che i voti che M5S ha preso siano in gran parte dovuti alla cattiva gestione della politica da parte di chi aveva responsabilità di cui non ha saputo essere all’altezza o, peggio, ha voluto fregarsene del bene pubblico.
La casta ha sottovalutato M5S forte della “castocrazia” in cui s’era rifugiata e non ha capito che la macedonia immangiabile proposta dal Pd prima o poi avrebbe consigliato gli elettori di centrosinistra di prendere l’Alka Seltzer M5S.
Ma chi ha votato M5S o Lega come il “meno peggio” o per protesta adesso sta in campana.
Se non fanno quello che hanno detto possono stare certi che perdono un bel po’ di voti non solo alle prossime elezioni politiche, ma anche a quelle amministrative o regionali.
E’ su questo argomento che debbono riflettere i pochi puri rimasti nella sinistra o nel centrosinistra che devono avere il coraggio di sbarazzarsi di Renzi e del renzume sia ad intra che ad extra (ad esempio facendo piazza pulita di dirigenti che Renzi ha piazzato in posti chiave della pubblica amministrazione) e rifondare un centrosinistra moderno. Non vedo come potranno farlo perché mi sembra che nel direttivo vi siano solo renziani (il furbetto ha saputo essere un buon manager di sé stesso), ma è l’unica strada da percorrere. Solo una vera catarsi del Pd può aiutare il Pd a tornare ad emettere i primi vagiti.
Possiamo dire che la “sinistra dei diritti” non ha ben compreso che viene prima di tutto il diritto ad avere un lavoro e una prospettiva di vita?
E così? O tu cosa vorresti mettere al primo posto?
E’ assolutamente così, l’ho detto più sopra.
Poi, oltre al lavoro e alla qualità della vita, vi sono altri elementi valoriali che non vanno trascurati come il rapporto con l’Europa e con il mondo; la scuola; la sanità; la lotta alla corruzione, alla mafia, alla camorra; la limpidezza degli appalti; la lotta alla burocrazia ed al burocratichese; il rapporto con le religioni (che bello sarebbe se sparissero i concordati!); la trasparenza nella gestione delle tasse che ogni anno molti di noi versano in toto e non sanno mai dove vanno a finire i soldi, temi di bioetica e via elencando.
Il movimento di Beppe Grillo ha saputo intercettare il grido degli esclusi e dei poveri che si sentono esclusi dal futuro: allora, fa un po' ridere, ma non troppo, il fatto al Sud è iniziata la corsa al “reddito di cittadinanza”, cavallo di battaglia dei pentastellati. Cosa pensi?
Penso che quella della corsa al reddito di cittadinanza sia una fake news che presto sarà smentita. Come penso di altre fake news che riguardano gli immigrati che prendono uno stipendio per non fare nulla.
M5S più che intercettare il grido dei poveri e degli esclusi ha intercettato un’insoddisfazione generale di un ceto sociale che non ne può più di grida manzoniane che non approdano a nulla di concreto.
Siamo in molti a non poterne più di pagare tasse sempre più care, di vedere aumentati automaticamente balzelli sulla luce, sul gas, sulla benzina, sull’autostrada e via dicendo.
Mi contenterei che M5S attuasse solo qualche punto del suo programma: superamento legge Fornero; Giustizia rapida, sicura, efficiente; Lotta alla corruzione e mafie; Tagli agli sprechi.
La destra e la lega hanno giocato sulla paura e sulla sicurezza non passando sotto silenzio i fatti tragici di Macerata per l'omicidio di Pamela e il raid razzista che ha feriti nel corpo e nella mente i pacifici immigrati di quell'accogliente città. Cosa pensi?
Vero. Dal loro punto di vista hanno fatto bene perché questa campagna elettorale si è svolta senza esclusione di colpi.
La Lega e il centrodestra hanno dato voce a cittadini che non ce l’hanno con l’immigrazione, ma con la mala e mafiosa gestione della stessa che il centrosinistra non ha mai saputo gestire. Vi sono immigrati che sono in Italia da decenni e hanno saputo integrarsi nonostante le nostre leggi e i nostri razzismi che ancora ci fanno guardare di traverso un negro, un cinese, un indiano, un sudamericano, un polacco o un ucraino. Vi sono altri immigrati che vivono sulle nostre spalle, sono dei perdigiorno come lo sono altri cittadini italiani che, proprio perché tali, ricorrono a sussidi che gli immigrati non possono avere (penso a che gode di immeritata pensione di invalidità, per esempio) o vive in una casa dell’Aler senza pagare l’affitto perché l’ha occupata, chi lavora in nero come gli immigrati ma – a differenza di questi – ha un’attività. Curioso è il fatto che tutti questi italiani che si comportano così ce l’abbiano con gli immigrati.
Sono sempre valide le obiezioni sulla capacità dei Pentastellati di tenere fede alle loro promesse e la denuncia della loro mancanza di competenze?
Ma ora il pallino è nelle loro mani. Andranno verso destra con quali programmi?
O verso sinistra con quali orientamenti o accordi di programma?
Che le persone che il M5S ha portato in politica non siano esperte di pubblica amministrazione è vero.
Che la mancanza di esperienza possa generare passi sbagliati, è vero.
Ma è meglio sbagliare perché non si conoscono perfettamente i meccanismi burocratici e si è boicottati da un funzionario pubblico che non dà subito seguito a disposizioni o è meglio sbagliare favorendo i parassiti che s’affollano sul carro del politico vincente per arraffare appalti e prebende?
Sindaci pentastellati hanno sbagliato, ma non credo che l’abbiano fatto in cattiva fede.
Non so come andranno le cose, ma se M5S dovesse andare al governo credo che si farebbe un punto d’onore di tener fede alle promesse.
Mi piacerebbe che – qualora non riuscisse – dicesse chiaro e tondo il motivo per cui non ce l’ha fatta, anche se questo dovesse renderli impopolari.
MARCO MINNITI:”...Mai sconfitta è stata più bruciante”. Non mi aspettavo un declassamento di questo Ministro; mi sembra che abbia fatto una certa chiarezza sui problemi dell'immigrazione; cosa si può dire di Marco Minniti?
Marco Minniti mi sembra un’ovvietà politica.
E’ arrivato al potere percorrendo tutti i gradini del cursus honorum del Pci e sapendo adeguarsi bene al vento che tirava.
Ha fatto chiarezza sul fenomeno immigratorio cercando accordi con la Libia, ma fregandosene del fattore umano dei profughi che ci sono ancora e che rimangono in campi di concentramento in Libia piuttosto che in Italia o in Europa perché non ha saputo creare un piano credibile da presentare in Europa coinvolgendo tutta la “nazione” europea su questo tema. Non ha saputo nemmeno creare un’accoglienza che distingua il grano dal loglio di quella povera gente che sbarca sulle nostre coste. Non ha saputo coinvolgere l’intelligence di tutti i paesi interessati per colpire gli scafisti ed i loro agenti che angariano poveri disperati illudendoli di un futuro migliore a patto che caccino un bel po’ di grana.
I poveracci sono rimasti poveracci, anche se non li vediamo più ammassati sulle nostre coste.
Quelli che sono riusciti ad arrivare da noi – e tu ne sai qualcosa perché li aiuti – vagano senza meta, accettano lavori in nero, occupano locali abbandonati, caricano i propri cellulari nelle prese di corrente delle chiese, mangiano alla mensa dei poveri e vengono a conflitto con i nostri poveri.
Minniti non ha saputo creare un vero piano integrativo.
Spero che una volta per tutte esca dalla politica e provi davvero a lavorare come fai tu e come faccio io.
Incomincia a circolare una formula in tutte le sedi dei partiti, che indica una soluzione “in un governo di scopo”: fammi capire: finora si sono combattuti tutti, e ora dovrebbero trovare una quadra? Com'è possibile?
Se succederà così, sarà un disastro. Prima per i politici e poi per noi.
Dei politici non m’importa molto, ma di noi, sì.
Il governo di scopo non deve esistere. Deve nascere un governo politico che abbia una chiara maggioranza in Parlamento e che non veda continui cambi di casacca di parlamentari.
Secondo me il dovere di trovare una maggioranza – stando alla legge elettorale – ce l’ha il centrodestra. Personalmente non mi garba vedere Salvini primo ministro (per questo penso che Maroni abbia rinunciato a correre per la Regione Lombardia: potrebbe essere già stato calcolato un incarico a lui), ma rispetto l’esito delle urne che ha dato alla coalizione di centrodestra più voti che al centrosinistra.
Il centrodestra deve provare a trovare una maggioranza.
Se lo farà facendo convergere sul proprio programma (PROGRAMMA!) voti di altre forze politiche, va bene. Se non riuscirà preferirei che Mattarella affidi a Gentiloni l’ordinaria amministrazione per sei mesi con un solo compito straordinario: trovare sei “probiviri” che formulino una legge elettorale seria da sottoporre al Parlamento e tornare alle elezioni.
M5S ha avuto più voti di tutti, ma non ha i seggi per governare.
Anche il centrodestra non ha seggi per governare, ma ha meno numeri da cercare in Parlamento rispetto a M5S.
Il vero sconcerto di tutti noi è che nessuno, ma proprio nessuno, dica chiaro e tondo ai parlamentari che hanno votato il Rosatellum che ci hanno fregato ancora una volta e che per questo, siccome non hanno lavorato bene, non hanno diritto a prendere un soldo né come vitalizio, né come liquidazione, né come null’altro ed è già una grazia che non chiediamo la restituzione in toto dello stipendio che abbiamo loro pagato per cinque anni.
MARC LAZAR, sociologo e storico francese: ”Ci sono molte lezioni da trarre dal voto del 4 Marzo. Cinque non riguardano solo l'Italia ma l'Europa.
LA PRIMA: la sinistra riformista italiana non si sottrae alla crisi che colpisce tutta la sinistra europea continentale: in altre parole cosa vuol dire?
Lazar è un sociologo di fama e fa un’analisi asettica.
E’ vero che la sinistra italiana non si sottrae alla crisi della sinistra europea, come ci hanno dimostrato le elezioni in Francia, in Spagna, in Germania, in Austria e nei paesi nordici, ma non credo che la sinistra italiana sia stata penalizzata per i medesimi motivi che hanno penalizzato le sinistre europee perché quelle sinistre ci sono ancora. I loro leader ci sono ancora e si leccano le ferite, ma hanno punti di riferimento ideologici che la sinistra italiana non ha più da tempo.
La nostra sinistra è quella macedonia che si chiama Pd in cui convergono ex Dc, ex Psi, ex Pri, qualche verde, qualche radicale, qualche cattolico di sinistra, un bel po’ di ex Pci e – a livello parlamentare – un po’ di cortigiani che migrano da Erode a Pilato a seconda della convenienza “monetaria” e non è vero che i quarantenni che ci sono ora non sanno nulla dei vecchi partiti. Non sapranno nulla, ma hanno il loro DNA nel sangue.
Liberi e Uguali di Grasso è un partito nato tardi e male perché in esso vi sono confluiti soggetti che hanno un solo scopo, quello di essere contro Renzi pigliatutto. Molti di noi non hanno votato LeU per questo.
La SECONDA lezione da assimilare: ”La destra moderata in Italia, si è organizzata attorno a Forza Italia; come in altri paesi europei questa destra ha subito un forte scacco: cosa dici?
Non credo.
La destra italiana si è coalizzata – come destra – attorno a Fratelli d’Italia. Gli estremisti hanno guardato a Casa Pound.
Forza Italia non è il rifugio della Destra italiana, ma di quel popolo che è moderato e crede ancora che i comunisti mangiano i bambini. E’ il rifugio di quel vecchio popolo di artigiani e commercianti e qualche piccolo industriale che guarda a Berlusconi come si guarda un dio non riuscendo a capire che Berlusconi ha cominciato a fregarli fin dal primo momento che li ha galvanizzati facendo loro cantare: “…dai Forza Italia che siamo tantissimi”.
Non credo di essere lontano dalla verità se dico che molti ex votanti di Forza Italia o non sono andati a votare o hanno votato Lega e – in minima percentuale – M5S.
In Italia non c’è una sinistra, ma non c’è neppure una Destra perché dal 1994 non abbiamo più avuto voglia di studiare la nostra società per interpretarla e proporre soluzioni a lungo respiro, ma ci siamo coalizzati o contro Berlusconi o contro Prodi.
Anzi…a ben vedere non abbiamo nulla da spartire con la “Sinistra storica” e la “Destra storica” che caratterizzò il nostro Parlamento fino al 1922 quando nacque la Camera dei Fasci e delle Corporazioni.
LA TERZA e più significativa lezione è che il voto del 4 marzo dimostra che l'Italia rimane più che mai “un'officina di Populismi”. Questi proclamano l'antagonismo irriducibile del popolo che le élites dei dirigenti presumono unito e omogeneo; intento a complottare in permanenza contro il premier. Suggeriscono soluzioni semplici e nessun problema complicato.
Dobbiamo convivere con la complessità.....senza prendere scorciatoie......O no?
Ti dirò che comincio ad esser stanco dell’abuso dell’aggettivo “populista” o del sostantivo “populismo” usati in senso dispregiativo.
E’ il suffisso “ismo” che ci trae in inganno.
Lega e M5S non sono più populisti di Forza Italia o del Pd.
L’analisi di Lazar si ferma a considerare i movimenti del sottobosco politico contro Prodi, Monti e Renzi. Ha ragione quando dice che si complottò contro il premier che aveva più nemici in casa che fuori perché i partiti sembrano spesso più un Sinedrio che luoghi di elaborazione di progetti politici a sostegno del proprio leader, ma ha torto quando dice che suggeriscono soluzioni semplici senza nessun problema complicato.
Non abbiamo bisogno di complicarci la vita perché è già complicata di suo. Esistono migliaia di leggi che si contraddicono l’una con l’altra e fanno la fortuna degli azzeccagarbugli. Prova a leggere una legge che ne riforma un’altra. La cosa più semplice sarebbe esordire: “La legge n. x dell’anno y è abolita in toto con la giurisprudenza ad essa connessa. L’attuale legge sostituisce in toto la legge x dell’anno y”. Poche norme chiare, intelligibili da tutti ci dicono cosa dobbiamo fare. Impossibile!
Non dobbiamo prendere scorciatoie, ma riappropriarci del diritto.
Se si continuano a sfornare leggi che ne richiamano altre, è ovvio che il cittadino cerchi la scorciatoia che nella maggior parte dei casi significa allungare la mazzetta a qualcuno perché sistemi le cose.
I populisti della Lega e del Movimento Cinque Stelle hanno divergenze reali.
Ma hanno anche convergenze.
Hanno in comune una grande diffidenza nei confronti dell'Unione europea.
La Lega e il Movimento Cinque Stelle acuiscono l'euroscetticismo degli Italiani: ma fuori dell'Europa che cosa c'é? Brexit insegna qualcosa?
Da europeista convinto, fin da quando ero ragazzo che si entusiasmava leggendo Shumann, De Gasperi, Adenauer ti dirò che l’Europa mi ha deluso perché i papaveri europei (tutti i papaveri europei) hanno pensato che la soluzione del futuro di un’Europa come federazione di stati consistesse nel fare la moneta unica, il famigerato Euro che, secondo Prodi, ci avrebbe fatto lavorare tutti un giorno di meno e guadagnare come se avessimo lavorato un giorno di più.
Prima di fare l’Euro bisognava fare gli europei. Bisognava darci una coscienza di appartenenza ad una grande confederazione di Stati.
Purtroppo non ci furono statisti che capirono questo e si pensò che facendo la moneta unica si sarebbe fatta l’Europa.
Non m’intendo di finanza perché le mei nozioni finanziarie sono solo quelle del contadino che spende i soldi se li ha, cerca di capire se li spende bene e se la spesa serve davvero e non capisce perché la banca debba lucrare una fortuna sul denaro che vende. Denaro che ha non perché lo produce, ma perché qualcuno glielo porta come risparmio di fatiche.
Detto questo dirò che l’euroscetticismo degli italiani è fondato.
Da europeista convinto mi chiedo a che serve un’Europa che (non) fa in grande quello che (non) sanno fare in piccolo gli stati europei e che – egemonizzata dalla Germania – è solo capace di guardare i conti dei singoli stati per dare pagelle.
Il sottoscritto, ma non solo il sottoscritto, da quando abbiamo adottato l’euro non riesce più a risparmiare un euro come – invece - succedeva con la vecchia lira e si è stancato di sentir dire che l’Europa ci chiede sacrifici per pareggiare il bilancio.
La Brexit ci insegna che il popolo si stanca di lavorare per non riuscire a mettere da parte un soldo per la propria famiglia e non capisce il motivo per cui debba pagare un tributo all’Europa che non fa nulla per la propria nazione.
QUARTA lezione da apprendere secondo lo storico e sociologo di Francia:”Un elettore su due ha votato per partiti contrari all'Unione Europea; mentre il Pd e la Lista Bonino, che hanno fatto campagna a favore dell'Europa hanno raccolto le preferenze di meno di un elettore su quattro. Cosa pensi?
Penso che su questo fatto l’Europa non rifletterà perché non c’è il rischio che si esca dall’euro, l’unica cosa che veramente interessa ai magnati della finanza che gestiscono i governi europei.
Di Maio disse che avrebbe voluto uscire dall’Europa, ma poi ha fatto pubblicamente retromarcia.
Salvini è un europarlamentare e sa di non avere la capacità di traghettare l’Italia fuori dall’euro senza creare uno sconquasso finanziario a cui non saprebbe come far fronte.
Chi ha votato Lega e M5S per questo motivo rimarrà assolutamente deluso perché nessuno dei due saprà gestire adeguatamente l’uscita dell’Italia dall’euro.
Diverso è il fatto di come sapremo porci in Europa.
Per adesso siamo solo cenerentole che sono considerate sia perché fummo tra i fondatori dell’Europa, sia perché – nonostante tutto – abbiamo ancora una certa ricchezza da far valere.
Salvini e Di Maio triplicherebbero i consensi se fossero capaci di presentarsi all’Europa con la spina dorsale dritta per quanto riguarda la politica dell’immigrazione e del pareggio di bilancio.
Per far questo dovrebbero presentare progetti credibili e sostenerli sia cercando appoggi diplomatici, sia sapendo fare la voce grossa. Dalla loro hanno la fortuna di trattare con una Germania ed una Francia indebolite dalle elezioni, ma…hanno persone che conoscono a fondo questi temi e sanno proporre soluzioni ineccepibili?
La dinamica dei populisti non si fermerà a queste elezioni. La loro presenza, la loro forza, stanno per trasformare le fondamenta stesse delle nostre democrazie, il loro stile, le loro tempistiche (sempre urgenti) e l'idea che il popolo sovrano sia sempre onnipotente, mettendo così in secondo piano, le altre forme e procedure della democrazia libera e rappresentativa”. Queste parole fanno pensare?
Fanno pensare! Eccome se fanno pensare!
Fanno pensare al concetto di democrazia che significa “governo del popolo” e come il popolo sia stato capace di trasformare la “demo-crazia” in “casto-crazia”, in “oligo-crazia” e in “aristo-crazia” senza riflettere che si stava autocastrando.
Sì, il popolo, caro Carlo!
Non fare quella faccia stupita! Siamo stati noi a voler questa gente che ci ha vessato illudendoci di vivere in democrazia!
Da quando abbiamo avuto la nostra repubblica, se ci pensi, avevamo un ipotetico centrodestra che era costituito dal cosiddetto pentapartito e un ipotetico centrosinistra che era costituito da Pci e qualche satellite. Se escludi il Msi di e Almirante e guardi i risultati elettorali di allora (quando si votava con il proporzionale puro) dopo il 1954 abbiamo sempre dato una maggioranza risicata a Dc, Psi, Pli, Pri, Psdi… ed una minoranza risicata a Pci, Psiup…tanto che era sufficiente che un segretario di partito facesse le bizze che cadeva il governo.
Abbiamo fatto il “mattarellum”, il “porcellum”, il “rosatellum” e siamo ancora qui: fino a queste ultime elezioni abbiamo avuto un 50 virgolaqualcosa a favore ora dell’uno, ora dell’altro.
Sembra che non ci fidiamo di loro! E facciamo bene, ma purtroppo ad andarci di mezzo siamo noi che consentiamo che alla fine i giochi li facciano loro.
Questa volta le cose sono cambiate perché per la prima volta c’è un partito che non si è coalizzato con nessuno e ha preso una barca di voti!
Sono voti democratici? Si!
Come saranno gestiti?
Non lo so.
In questo quadro la posizione di SERGIO MATTARELLA, dopo avere pazientemente atteso e riflettuto, quali indicazioni potrebbe dare per non andare di nuovo alle urne anzitempo e vivere un altro lungo periodo di transizione o stallo politico?
Non vedo il motivo per cui Sergio Mattarella debba pensare subito ad uno stallo politico.
Secondo me ha davanti due strade.
La prima l’ho accennata sopra: invitare il centrodestra a trovare una maggioranza POLITICA in Parlamento. Oppure indire nuove elezioni dopo che un governo che sbrighi gli affari correnti sappia gestire un Parlamento che ha il solo scopo di approvare una nuova legge elettorale che non crea in sé, ma esamina come proposta (del resto: quando mai s’affida al ladro il compito di creare la propria cassaforte?).
La seconda – non saprei se sia costituzionale perché si dovrebbe capire bene cosa pensa il Rosatellum – incaricare M5S di trovare una maggioranza POLITICA e, se la trova, governare.
La peggior cosa che potrebbe fare Mattarella è ricopiare Napolitano che trovò Enrico Letta il quale cedette il posto a Matteo Renzi il quale cedette il posto a Paolo Gentiloni, tutta gente che – tranne Renzi – non s’aspettava di fare il premier e s’è arrangiata a trovare maggioranze a colpi di fiducia per sfornare leggi che non sappiamo quasi che esistono.
Personalmente, piuttosto che vivere cinque anni fra color che sono sospesi, preferirei andare alle urne con una nuova legge elettorale seria, ben fatta, democratica nel vero senso della parola dove chi si candida sia del territorio e si conquisti i voti porta a porta mettendoci la faccia.
Grazie ERNESTO per le risposte e il tempo rubato.



Lunedì 12 Marzo,2018 Ore: 15:12