Referendum costituzionale ottobre 2016
S.O.S. Costituzione

di Ester Coppola

Iniziamo con questo articolo la riflessione sulla riforma costituzionale su cui a ottobre saremo chiamati ad esprimerci. Il nostro giornale è schierato per il NO e cercheremo con una serie di articoli di argomentare questa nostra decisione. Questa "riforma", che riforma non è, si inserisce nell'oramai lungo elenco delle leggi truffa, dove l'imbroglio sta in ogni capoverso, in ogni articolo o codicillo. Oramai il parlamento non è più un organo che produce buone leggi, ma un imbroglificio.
Dando una prima lettura sommaria all’attuale riforma costituzionale , ho avuto l’impressione che si voglia allontanare la rappresentanza dai rappresentati, aumentare la distanza tra i governanti e i governati.
La carta costituzionale italiana che ne verrebbe fuori a me sembra svuotata dell’essenza stessa di fonte costituzionale dell’ordinamento giuridico italiano. La Costituzione sta al vertice della gerarchia delle fonti. Con i continui rinvii operati negli articoli riformati, che disciplinano la composizione e le funzioni del Parlamento, in più punti è rinviato a fonti di grado inferiore come le leggi ordinarie e i regolamenti parlamentari, il che comporta che sono facilmente modificabili dal Parlamento di turno.
Un’altra osservazione che mi è scaturita ancor prima di leggere le modifiche è la lunghezza degli articoli, è esorbitante! Essendo la Costituzione una fonte su cui si basa l’intero ordinamento dovrebbe essere concisa e chiara.
Articoli lunghissimi e contenenti innumerevoli rinvii, inevitabilmente, la Costituzione, diventerebbe dispersiva e pasticciata.
Una delle modifiche più importanti operate è la fine del bicameralismo perfetto: cioè la fine di quel sistema che consiste nell’attribuire le stesse funzioni alle due Camere (Camera dei deputati e Camera dei senatori).
Senato non più eletto direttamente dai cittadini, ma che viene costruito in base ai rappresentanti delle regioni, province e comuni. Una domanda che mi sorge spontanea: chi rappresenta regioni, province e comuni già ha poco tempo per occuparsi dei suddetti enti, come fa a recuperare altro tempo per assolvere alla funzione di senatore seppur in rappresentanza dell’ente per cui è stato eletto?
Il Senato vede il numero ridotto a 95 membri più 5 nominati dal Presidente della Repubblica. Costatazione fondamentale, il Senato non essendo eletto dai cittadini (Es. i presidenti di provincia non vengono più eletti dai cittadini…) si allontana la rappresentanza tra governanti e governati e con essa le necessità e i diritti dei cittadini.
Allontanando i governanti dai governati si mina la democrazia e il primo campanello d’allarme è dato dalla Costituzione su cui si basa l’intero ordinamento giuridico.
È proprio il caso di dire S.O.S. Costituzione!
Ester Coppola


Giovedì 19 Maggio,2016 Ore: 20:16