Don Milani: un profeta contro la guerra

di Mauro Matteucci e Don Massimo Biancalani

Siamo dunque tragicamente nel reale. Allora la guerra difensiva non esiste più.
Allora non esiste più una “guerra giusta” né per la Chiesa né per la Costituzione.
In questo mese di febbraio ricorre un anniversario che probabilmente molti ignorano – ma che in questa drammatica fase storica è ancora più necessario ricordare - quello della decisione da parte di don Lorenzo Milani di scrivere una lettera di risposta ai cappellani militari, che l’11 febbraio del 1965 ( sono perciò 50 anni) – in un comunicato comparso su La Nazione, avevano considerato un insulto alla patria e ai caduti la cosiddetta obiezione di coscienza che, estranea al comandamento cristiano dell’amore, è espressione di viltà. Il maestro di Barbiana venne denunciato da alcuni veterani di guerra per la sua lettera – rileggeva stando dalla parte degli ultimi, la storia d’Italia e del suo esercito – che, dopo averla discussa e scritta in un mese con i suoi ragazzi, aveva inviato alla stampa: in realtà fu pubblicata solo dal periodico comunista Rinascita. Essendo da tempo gravemente ammalato, don Lorenzo non poté presentarsi al processo, ma inviò la Lettera ai giudici, che rimane insieme all’altra uno dei documenti più alti sul piano educativo della storia del nostro paese. Don Lorenzo venne assolto, ma, in seguito al ricorso, il contenuto della lettera venne condannato. Il priore di Barbiana era scomparso il 26 giugno 1967 prima della sentenza definitiva.
Ricordare oggi le lettere di don Lorenzo è di straordinaria attualità, mentre siamo in presenza di una devastante – e ignorata o mistificata dai media e dai politici – terza guerra mondiale a pezzi, che dissolve stati, provoca centinaia di migliaia di vittime civili, esodi di milioni di rifugiati. Ce ne stiamo accorgendo, e preoccupando, solo ora perché la guerra in Ucraina - per di più tra cristiani, come ha denunciato coraggiosamente papa Francesco - oltre ad aver provocato decine di migliaia di morti nel silenzio assordante dell’opinione pubblica e delle diplomazie, lambisce l’Occidente e lede i suoi interessi …
Don Lorenzo aveva profeticamente denunciato e previsto tutto questo, quando diceva con grande fermezza e lucidità che le guerre moderne sarebbero state sempre più guerre contro le popolazioni civili e che gli pareva coerente dire che a una guerra simile il cristiano non potrà partecipare nemmeno come cuciniere.
L’obbedienza milaniana presuppone l’ “I CARE”, il “mi sta a cuore”, l’assunzione di responsabilità e di senso civico, di cura per l’altro che soffre. La pace deve porsi perciò all’interno di un processo che riguarda le nostre scelte, il nostro quotidiano. Ogni nostro gesto può contenere i semi della pace o della guerra. Se vogliamo essere rispettosi dell’insegnamento di don Milani, guerra e pace dipendono da ciascuno di noi.
Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto “don Lorenzo Milani” di Pistoia
Don Massimo Biancalani – comunità parrocchiali di Vicofaro e di Ramini-Bonelle



Martedì 10 Febbraio,2015 Ore: 21:00